Chiesa Cattolica – Italiana

Abusi nella Chiesa italiana, Zuppi: “Priorità al dolore delle vittime”. La Cei approva 5 linee di azione: a novembre il primo report

“Il pensiero è sempre per le vittime, il loro dolore è la prima preoccupazione“. Lo ha detto il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, nella conferenza stampa al termine dell’assemblea generale. Zuppi ha annunciato un report da parte della Chiesa italiana sui casi e sulle attività di prevenzione per il 18 novembre. “Lo dobbiamo”, “la Chiesa è dalla parte delle vittime”, ha spiegato.

“I vescovi hanno approvato una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. Oltre ad implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, l’Assemblea ha deciso di attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede” . Recita così il comunicato finale della 76esima Assemblea Generale della Cei, presentato in conferenza stampa dal cardinale Zuppi.

“Il cammino sinodale è una scelta importante della Chiesa e non è solo un cammino interno. Sono incontri con i tanti compagni di viaggio, la Chiesa ascolta si sente compagna di viaggio”, con l’”ascolto” la Chiesa vuole essere “madre che vuole ripartire dal camminare insieme”, per “trovare risposte a tanta sofferenza e tante domande di senso e di futuro”, ha aggiunto il neopresidente della Cei in conferenza stampa. “Non c’è nessuna volontà di copertura, è solo un problema di serietà. Non abbiamo interesse a suonarcela e cantarcela da soli, vogliamo una chiarezza vera“, ha assicurato Zuppi, rispondendo a chi chiede perché il report sugli abusi riguarderà solo il periodo dal 2000 al 2021 e non il periodo precedente. “Ci sembra molto più serio, per certi versi ci fa molto più male perché quel periodo ci coinvolge direttamente”. “Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci, ci prenderemo le nostre responsabilità“, ha aggiunto.

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