Chiesa Cattolica – Italiana

Abolita la pena di morte in Virginia. Plauso dei vescovi americani

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ stata una lunga battaglia quella che per anni i democratici della Virginia hanno portato avanti.Ieri il governatore Ralph Northam, nel corso di una cerimonia nel centro di Greensville dove 102 persone sono state messe a morte, ha scritto la parola fine firmando la legge che abolisce la pena capitale. La Virginia diventa così il primo Stato del sud e il 23.mo a bandire questa pratica, mentr altri tre Stati hanno in vigore delle moratorie.

Una pena applicata in modo sproporzionato

Dai tempi in cui era una colonia, in Virginia sono state 1400 le esecuzioni. Dal 1976, quando la Corte Suprema ha reintegrato la pena di morte, 113 persone sono state uccise, un triste primato superato solo dal Texas. Solo due uomini restano nel braccio della morte della Virginia, le loro sentenze saranno ora convertite in ergastolo senza condizionale. “Non c’è posto oggi per la pena di morte in questo Commonwealth, nel Sud o in questa nazione”, ha detto il governatore, per il quale la pena capitale è stata applicata in modo sproporzionato a persone di colore, con handicap mentali e di bassa estrazione sociale a causa anche di un sistema giudiziario difettoso. Sono 170, in 48 anni, i detenuti rilasciati dal braccio della morte dopo la scoperta della loro innocenza come Earl Washington Jr – ha raccontato Northam – 17 anni di prigione, a 9 giorni dall’esecuzione riconosciuto non colpevole.

Il centro di detenzione di Greensville, in Virginia

Difendere la cultura della vita

“Un passo coraggioso verso una cultura della vita” scrive in una nota l’arcivescovo Paul Coakley, presidente del Comitato per la giustizia interna e lo sviluppo umano della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti. “In questa Quaresima ci viene ricordato che Dio ama ogni persona, e noi possiamo rispondere a questo amore con il rispetto per la dignità di ogni vita umana, non importa quanto spezzata o disperata possa sembrare quella vita. Mentre ci prepariamo alla Pasqua – conclude il presule – continuiamo a costruire una cultura della vita”.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti