A Varsavia commemorazioni per gli 80 anni dell’insurrezione del Ghetto

Vatican News

I presidenti di Polonia, Israele e Germania insieme per le celebrazioni della più grande azione contro le persecuzioni naziste. Messaggio della Conferenza episcopale: “Ci sia di monito a cosa porta l’idolatria e di cosa è capace l’uomo che assolutizza la sua ideologia”

Don Pawel Rytel-Andrianik – Varsavia

Sono state suonate le campane delle chiese dell’Arcidiocesi di Varsavia, oggi, per ricordare l’ottantesimo anniversario dello scoppio dell’Insurrezione del Ghetto, passata alla storia come la più grande azione di ribellione contro l’Olocausto. Le celebrazioni si sono svolte al Monumento agli Eroi del Ghetto, con la partecipazione dei presidenti di Polonia, Israele e Germania, nonché degli ambasciatori di diversi Paesi. Presenti anche sopravvissuti dall’Olocausto e giovani polacchi e israeliani, così come numerosi rappresentanti della Chiesa Cattolica e di altre fedi.  

Mille anni di storia polacco-ebraica

Il presidente della Polonia, Andrzej Duda, nel suo discorso ha affermato che prima della Seconda Guerra mondiale la Polonia era la patria di molti popoli e che all’epoca Varsavia era la seconda città con la più grande comunità ebraica dopo New York. All’epoca, vivevano lì circa 350 mila cittadini polacchi di appartenenti al popolo ebraico. Il capo di Stato ha sottolineato: “Tutti, qui in Polonia e in ogni piccolo angolo, ricordino: coloro che seminano odio, coloro che calpestano il prossimo, calpestano le tombe degli eroi della rvolta del Ghetto di Varsavia, calpestano le tombe degli ebrei uccisi, ma calpestano anche le tombe di tutti coloro che hanno aiutato i perseguitati e gli assassinati di allora”.

Un ricordo delle vittime dell’Olocausto

In ogni Stato ci sono stati i Giusti tra le Nazioni, membri dei movimenti di resistenza, tra cui anche polacchi, che hanno rischiato la vita e hanno deciso di non stare a guardare, ha ricordato invece, da parte sua, il presidente di Israele Isaac Herzog durante le celebrazioni. “Madri, padri, figli, nonni e nonne sono riusciti a preservare la moralità umana, la responsabilità reciproca, la fede nell’umanità, l’amore per il prossimo. Il principio ebraico di base, fondamentale indica: ama il tuo prossimo come te stesso”, ha affermato. E ha aggiunto: “La maggior parte dei combattenti dell’Insurrezione del Ghetto di Varsavia non è sopravvissuta, ma lo spirito umano ha prevalso qui, su questo suolo, consacrato dal sangue dei nostri eroici fratelli”.

La storia di un momento cupo della storia

Scuse per i crimini commessi

“Oggi sono davanti a voi e chiedo perdono per i crimini che i tedeschi hanno commesso qui”, sono state poi le parole del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier davanti al Monumento agli Eroi del Ghetto di Varsavia. I nazisti tedeschi, ha affermato, hanno pianificato e realizzato meticolosamente l’Olocausto: “I tedeschi perseguitarono, ridussero in schiavitù e uccisero gli ebrei d’Europa e gli ebrei di Varsavia in un modo così crudele e disumano che non abbiamo parole. I terribili crimini che i tedeschi hanno commesso qui mi riempiono di profonda vergogna. Come presidente della Germania, chino il capo davanti ai coraggiosi combattenti del Ghetto di Varsavia”.

I vescovi polacchi: difesa la dignità dell’uomo

La Conferenza episcopale polacca si è resa presente alle celebrazioni con un messaggio. “Nei giorni terribili dell’Olocausto e dell’Insurrezione del ghetto di Varsavia, avete difeso – e protetto – la dignità umana, il diritto umano a vivere con dignità, compreso il diritto a morire con dignità”, si legge nel documento a firma dell’arcivescovo Grzegorz Ryś, presidente del Comitato per il Dialogo con l’Ebraismo della Conferenza episcopale. Riferendosi alle parole della preghiera “Shema Israel”, l’arcivescovo ha auspicato che “ci siano di monito e ci dimostrino a cosa porta l’idolatria e di cosa è capace l’uomo che idolatra e assolutizza la sua ideologia, la sua razza, il suo popolo, e infine sé stesso”.

Eventi che hanno accompagnato la commemorazione

Il Museo Polin da dieci anni organizza l’iniziativa socio-educativa chiamata “Giunchiglie”. Si riferisce a Marek Edelman, l’ultimo leader dell’Organizzazione Combattente Ebraica, che sopravvisse la alla liquidazione del Ghetto e per anni curò la memoria degli eventi del 1943. Fino alla fine della sua vita, in occasione dell’anniversario dell’insurrezione, offriva ai compagni caduti l’omaggio di una corona di giunchiglie davanti al Monumento agli Eroi del Ghetto. I fiori sono il simbolo del rispetto e della memoria alle vittime dell’Olocausto, e specialmente a coloro che sono morti in seguito alla liquidazione del ghetto e all’insurrezione del ghetto di Varsavia. 

Immagini dalla commemorazione a Varsavia

All’iniziativa “Giunchiglie” oltre a Varsavia, si sono uniti anche diverse città e istituzioni polacche. Si è associata anche l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino, dove l’iniziativa è stata coordinata dal Centro Abraham J. Heschel per le Relazioni Cattolico-Ebraiche. Le giunchiglie sono state offerte al Rettore, agli studenti, ai docenti e ai dipendenti dell’Università. Il 19 aprile nella Sinagoga Nożyk di Varsavia, alla presenza di Capi di Stato, è stata svelata una targa commemorativa della visita che l’allora Rabbino Capo di Palestina svolse nel 1946, nonno dell’attuale Presidente di Israele. Nella stessa serata, al Grande Teatro dell’Opera Nazionale ha avuto luogo il concerto dell’Orchestra Sinfonica polacco-israeliana. Il 23 aprile passerà per le vie di Varsavia la Marcia di Preghiera che percorrerà il cammino del Martirio degli Ebrei, Vittime dell’Olocausto. Ad essa prenderà parte, tra gli altri, l’Arcivescovo Grzegorz Ryś. Dal 1993 queste Marcie vengono organizzate annualmente dal Consiglio Polacco dei Cristiano-Ebraico.

Storia

Il Ghetto di Varsavia era il più grande d’Europa. Al suo apice contava quasi mezzo milione di persone. Dal luglio al settembre 1942 i nazisti tedeschi deportarono nei campi di sterminio di Treblinka circa 300.000 Ebrei. Molti morirono di fame e stanchezza nel ghetto. Una parte si è salvata. Coloro che erano rimasti, il 19 aprile 1943 organizzarono l’insurrezione nel ghetto di Varsavia. È stato la più grande rivolta urbana ebraica contro gli occupanti tedeschi nel periodo della II Guerra Mondiale. Secondo alcune stime, combatterono dai 700 ai 2 mila ebrei. L’insurrezione infine fu sconfitta il 16 maggio 1943. Simbolo di tale sconfitta fu la distruzione da parte dei tedeschi della Grande Sinagoga di Varsavia.