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Ennio Morricone, Arvo Pärt, Krzysztof Zanussi, Krzysztof Penderecki. È un autentico parterre de roi quello che negli ultimi 17 anni ha visto una trentina di grandi nomi della cultura mondiale venire insigniti della medaglia vaticana “Per Artem ad Deum”, medaglia del Pontificio Consiglio per la Cultura che ha come caratteristica quella di venire consegnata nell’ambito della Fiera di Kielce, in Polonia, che quest’anno si svolge dal 6 all’8 giugno.
A fregiarsene quest’anno è Giuseppe Tornatore, il regista italiano Premio Oscar nel ’90 per “Nuovo Cinema Paradiso”, che ha ricevuto l’onorificenza nella sede del dicastero vaticano dalle mani del presidente, il cardinale Gianfranco Ravasi, e dal vescovo di Kielce Marian Florczyk, oltre che dal presidente dell’Ente Fiera Andrzej Mochoń.
Cinema che guarda all’inconoscibile
Nella motivazione dell’onorificenza si legge che il merito dell’opera di Tornatore sta nell’aver “mostrato la verità, che è esperienza profonda del rapporto con l’Infinito e l’Inconoscibile”, in un ricco gioco di “metafore complesse e allegorie religiose, che incoraggiano il pubblico a intraprendere un viaggio verso l’ignoto”. “Il cinema in sé – ha commentato il regista – è sempre stato uno strumento, un modo di raccontare storie che avevano a che fare con lo spirito umano, con la spiritualità” anche se spesso, ha notato, “molti dei film più famosi della storia del cinema che vengono indicati come portatori di un messaggio di spiritualità sono spesso film che non sono stati realizzati per questo motivo”. Il cinema di oggi, “a diversi livelli”, credo “sia sempre legato al significato della vita umana”, ha concluso Tornatore. “Alcune storie mostrano questo legame in modo più aperto, in altri casi sembra invisibile, ma credo che esista sempre”.