Debora Donnini – Città del Vaticano
L’ultimo appuntamento di Francesco in Slovacchia è tutto pervaso dall’invocazione a Maria. Al Santuario di Šaštín dove ogni 15 settembre la nazione si ritrova per il tradizionale pellegrinaggio in occasione della festa della Patrona, la Beata Vergine Maria dei Sette Dolori, stamattina il Papa si è unito con i vescovi slovacchi per una preghiera di affidamento. “Nostra Signora dei sette dolori, siamo riuniti qui davanti a te come fratelli, grati al Signore per il Suo amore misericordioso”, si legge nel testo rivolto alla Madonna che nel santuario di Šaštín viene venerata da secoli. Alla sua intercessione sono legate anche le invocazioni per l’aiuto alle famiglie. Una grazia in questo senso è all’origine stessa della splendente statua lignea che fece realizzare Angelika Bakičová, moglie del conte Imrich Czobor, come segno di gratitudine per la conversione del marito.
“Regina degli Apostoli e Rifugio dei peccatori,
che conosci i nostri limiti umani,
i fallimenti spirituali,
il dolore per la solitudine e l’abbandono:
risana con la tua dolcezza le nostre ferite”.
L’immagine di Maria che tiene fra le braccia e sulle sue ginocchia suo Figlio morto fa capire come nei secoli qui tante persone sofferenti abbiano trovato conforto e grazie e si siano sentiti accolti. “Madre della Chiesa e Consolatrice degli afflitti, con fiducia ci rivolgiamo a te, nelle gioie e nelle fatiche del nostro ministero. Guardaci con tenerezza e accoglici tra le tue braccia”, implorano insieme il Papa e i vescovi slovacchi. Alla Madre di Dio e Madre nostra, affidano la vita e la patria. “Ti affidiamo la nostra stessa comunione episcopale. Ottienici la grazia di vivere con fedeltà quotidiana le parole che il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato e che ora, in lui e con lui, rivolgiamo a Dio nostro Padre”, dicono prima di recitare il Padre Nostro.