Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Dopo una prima sessione on-line, lo scorso novembre, a causa della pandemia di Covid-19, torna ‘in presenza’, con la proiezione al cinema dei film in concorso, il Festival del Cinema dedicato ai popoli e alle religioni, organizzato dall’Istituto di Studi teologici e storico sociali di Terni. Torna col titolo “Contagion” perché, spiegano, è stato organizzato con il virus e non nonostante il virus. A dare il via all’iniziativa questo pomeriggio a Roma, presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, un incontro, aperto al pubblico e trasmesso in streaming, che vedrà la partecipazione dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere dell’Istituto e lo storico Marco Bartoli. L’inaugurazione è dedicata a due importanti figure della storia della Chiesa: San Francesco e Chiara Lubich, su cui si confronteranno Liliana Cavani, regista di tre film dedicati al Santo di Assisi, e l’attrice Cristina Capotondi, che recentemente ha interpretato la fondatrice del Movimento dei Focolari in un film trasmesso in onda su Rai1. “L’idea – afferma a Vatican News Arnaldo Casali, direttore artistico dell’evento – era quella di lasciarci interrogare dalla pandemia e quindi abbiamo scelto questo titolo che parla non solo di un’epidemia ma anche di un contagio della solidarietà, di un contagio anche positivo”.
L’importanza di tronare al cinema
La pandemia di Covid-19 ha provocato effetti diversi nel mondo dell’arte in generale e della cinematografia in particolare. Casali sottolinea, infatti, come da un lato nel corso dell’ultimo anno sono stati tanti i film girati e prodotti, ma dall’altro il virus ha danneggiato fortemente il settore e molti dei film realizzati, nonostante la riapertura dei cinema, escono direttamente in tv anziché nelle sale. “Il cinema diventa un momento di incontro, di condivisione, scambio di idee e confronto e da questo punto di vista i festival diventano il momento più importante”.
Un festival sul dialogo interreligioso
Ideato nel 2005 dall’allora arcivescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, il Festival è incentrato sul dialogo tra religioni. “È uno dei pochi festival interreligiosi – ricorda il direttore artistico -, abbiamo costituito anche una rete mondiale di festival di varie religioni, non solo festival cattolici o cristiani. Noi crediamo profondamente che il cinema e l’arte possano essere proprio un veicolo di dialogo e quindi anche di pace”. Facendo riferimento a quanto sta accadendo in questi giorni in Medio Oriente, Casali cita ad esempio che ogni anno il festival vede in concorso film palestinesi e film israeliani e aggiunge che quest’anno il Festival Popoli e Religioni farà un gemellaggio con un festival armeno.
I film in concorso e gli ospiti
Oltre 40 i film in concorso di questa edizione, tra cui documentari, cortometraggi e opere di realtà virtuale con diverse le categorie in gara. Molte le opere dedicate alla pandemia, uno al tema dell’immigrazione che racconta l’accoglienza di una famiglia in Turchia. “Un eretico in corsia”, poi, è il titolo che vinto il riconoscimento di Film dell’anno, perché quello più visualizzato on line; racconta la storia di padre Alberto Magi, dei Servi di Maria, biblista marchigiano che ha fondato un Centro studi biblici. Particolarità di questa edizione è anche il film sulla storia di Nicola Tesla, raccontata sia in un cortometraggio che nella sezione dedicata alle opere di realtà virtuale aumentata. Accanto alle proiezioni, infine, molti i focus organizzati con incontri su diversi temi, dalla scienza, all’intelligenza artificiale, all’attualità e alla cultura.