Chiesa Cattolica – Italiana

A Prato un bosco per riqualificare il territorio e dare ossigeno alla popolazione

È stato inaugurato mercoledì 29 maggio nella provincia toscana “Il Bosco delle neofite” composto da oltre 150 piante per creare, in un’area particolarmente soggetta a inquinamento, un polmone verde che restituisca uno spazio pubblico curato e dia alla comunità un maggior contatto con la natura. Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua: “Gli alberi sono il simbolo della vita e della rinascita per contrastare il clima di violenza nel mondo”

Giulia Mutti – Città del Vaticano

L’arte come strumento di rinascita del territorio per trasformare la fragilità degli uomini in ossigeno di speranza in un connubio tra arte, natura e spiritualità. È con questo intento che è stato inaugurato il 29 maggio a Tobbiana Allende, in provincia di Prato “Il Bosco delle neofite”, composto da oltre 150 piante di specie diverse e più di 400 arbusti. L’evento è il frutto del progetto Arte per la Riforestazione, nato due anni fa da un’idea di Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua con l’obiettivo di trasformare un’area dismessa della città in un quartiere nuovo che integri riforestazione urbana, risparmio energetico e installazione di opere d’arte in dialogo con le abitazioni già presenti sul territorio. Il progetto è stato reso possibile grazie a una campagna di raccolta fondi istituita nel 2022 tramite la messa all’asta di opere d’arte donate da diciassette artisti internazionali. “Bisogna partire dai luoghi più poveri e fragili – commenta Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua a Radio Vaticana-Vatican News – per trasformare le città e dare un segnale di speranza alla comunità”.

Le piante come simbolo di speranza

Il Bosco copre una superficie di circa 7.500 metri quadrati e rappresenta un polmone verde in una zona particolarmente soggetta a inquinamento e ha l’obiettivo di restituire lo spazio pubblico alla collettività. Di fatto gli alberi attraverso il loro ossigeno “sono il simbolo della vita e della rinascita – spiega Cristiani – per contrastare il clima di violenza del mondo”. Il progetto vuole essere “un piccolo segno di speranza in mezzo a questo caos che si è generato dopo il Covid perché il clima di odio – aggiunge – non ci impedisce di continuare a sperare”. Inoltre la scelta si posizionare il bosco a Tobbiana Allende, nella periferia di Prato, sottolinea la volontà di partire “dai luoghi più fragili e dismessi per dare vita al cambiamento”.

L’inaugurazione del “Bosco delle neofite” in provincia di Prato

Gli alberi, simbolo di comunità

Per la realizzazione del progetto ha dato il suo contributo il professor Stefano Mancuso, co-fondatore di Pnat, società spin-off dell’Università di Firenze, che ha scelto di utilizzare piante neofite, ovvero alberi provenienti da tutto il mondo che cresceranno nello stesso ambiente, con uguali condizioni atmosferiche nonostante le diverse specificità. “Sono come dei migranti che nel tempo diventano degli autoctoni – sottolinea – e per questo dobbiamo lavorare sul tempo e sulla loro crescita per creare una comunità”. All’iniziativa hanno partecipato anche il giornalista Nicolas Ballario, il sindaco Matteo Biffoni, e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Prato Valerio Barberis.

L’ulivo del Borgo di Castel Sant’Angelo

Durante l’evento è stato piantano anche l’ulivo donato da padre Fabio Baggio, direttore generale del Centro di Alta Formazione Laudato Si’ della Città del Vaticano, donato dal Parco degli Ulivi di Borgo Laudato Si’, uno spazio di educazione e formazione all’ecologia, fortemente voluto da Papa Francesco nella sua residenza di Castel Gandolfo. La donazione sottolinea ulteriormente il ruolo fondamentale dell’arte nel fornire sostegno alla parte fragile della comunità e la rilevanza della connessione tra arte, natura e spiritualità. “Quell’ulivo è il segno che la speranza – aggiunge Cristiani – può essere presente anche in una città industriale e fragile come Prato”.

L’enciclica Laudato Si’

Prendersi cura della Terra è uno dei moniti di Papa Francesco all’interno dell’enciclica Laudato Si’ e per farlo Mario Cristiani ha scelto l’arte come simbolo di eternità. “È necessario preservare ed alimentare la nostra terra – spiega – e da qui nasce il connubio con l’arte”. L’intento è quello di creare una riflessione consapevole sull’importanza dell’ambiente e per questo in tutto il bosco sono stati posti una serie di totem che raccontano l’evoluzione del progetto Arte per la Riforestazione e, oltre a indicare le caratteristiche specifiche delle piante, offrire informazioni sugli artisti che, con la loro generosa adesione, hanno reso possibile il progetto. “L’Arte, così come la natura e la spiritualità, è amore e speranza – conclude -, rappresenta il tentativo di superare la morte attraverso la cultura”.

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