L’intelligenza artificiale, il giornalismo d’inchiesta, il ruolo della satira, ma anche le conseguenze della guerra in Ucraina sul bacino del Mediterraneo sono alcuni dei temi in programma quest’anno. Tra gli ospiti istituzionali, l’ambasciatore italiano presso la Nato Peronaci e il ministro per gli Affari europei Fitto
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
C’è un appuntamento culturale di fine estate, sulle sponde dell’Adriatico, che dal 2009 è diventato un punto di riferimento per la riflessione sull’attualità italiana e internazionale e le sfide degli operatori della comunicazione. È il Festival dei giornalisti del Mediterraneo di Otranto, giunto quest’anno alla XV edizione, che dal 6 al 9 settembre farà incontrare sul palco di Largo Alfonsina, nel famoso centro turistico del leccese, protagonisti del mondo dell’informazione, accademici, rappresentanti delle istituzioni e della diplomazia, per dibattere temi che riguardano il bacino del Mare Nostrum.
Un’agorà per il Mediterraneo
“Abbiamo costruito nel tempo qui a Otranto un progetto interessante per raccontare le storie del Mediterraneo, che non sono solo quelle legate ai migranti e alle tragedie del mare”, spiega Tommaso Forte, giornalista e ideatore della manifestazione. “Il Festival rappresenta un laboratorio in cui discutere di economia, deontologia, formazione e temi sociali. Un progetto ambizioso”. Un appuntamento concepito come un’agorà, luogo per “condividere le idee, neutralizzare i conflitti, e progettare il futuro”, che, secondo il sindaco della città pugliese, Francesco Bruni, recupera il ruolo di Otranto come “città crocevia di popoli, culture e religioni differenti e dunque modello di dialogo”. “Una tradizione consolidata raccontata anche dal Mosaico pavimentale della Cattedrale della nostra città – ha spiegato ancora Bruni – che non a caso costituisce uno dei nostri simboli culturali più significativi”. Otranto, dunque, capitale dell’accoglienza e della sintesi culturale, diventa anche quest’anno teatro di quattro giorni di confronto e riflessioni sull’attualità e gli scenari a venire. “L’essenza stessa della professione giornalistica – ricorda ancora Tommaso Forte – è raccontare ciò che accade con lucidità, imparzialità, e una visione lungimirante, per consentire alle comunità di comprendere i fatti del presente e ragionare su ciò che verrà”.
La visita dell’ambasciatore del Bahrain
L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla comunicazione, donne e bambini a rischio in Iran, il giornalismo d’inchiesta – quello che si “consuma le scarpe” per dirla con Papa Francesco – ma anche le conseguenze della crisi ucraina sul Mediterraneo, sono alcuni dei temi trattati nei 10 panel dell’edizione 2023 del Festival. Accanto agli inviati e ai reporter di stampa e tv, tra gli ospiti istituzionali, il ministro italiano per gli Affari europei Raffaele Fitto, l’ambasciatore Marco Peronaci, rappresentante permanente dell’Italia presso la Nato e l’ambasciatore in Italia del Regno del Bahrain Naser Al Belooshi, in visita alla città.
La partnership con la Marina militare
Le conseguenze dell’attacco russo all’Ucraina, il presidio di sicurezza del bacino del Mediterraneo e il monitoraggio continuo dello stato del mare, anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso, saranno i temi trattati invece da un altro dei relatori: Dario Giacomin, ammiraglio di Squadra della Marina Militare e rappresentante italiano ai comitati militari di Nato e Ue. Uno dei punti di forza dell’edizione 2023 del Festival è infatti la partnership con la Marina Militare italiana, grazie alla quale i partecipanti alla manifestazione potranno visitare il sommergibile Pietro Venuti, terza unità della Classe Todaro, ormeggiato nel Porto di Otranto.
La versione di Osho
Fra tanti argomenti impegnativi, il compito di strappare un sorriso spetterà a Federico Palmaroli, autore di “Le più belle frasi di Osho”, tra i protagonisti del panel “Castigare ridendo” che affronterà il delicato tema del ruolo della satira politica nell’informazione, dei suoi limiti, e del suo rapporto con il potere.
Premiati anche suor Bipendu e mons. Dario Viganò
La serata conclusiva del 9 settembre sarà dedicata, come di consueto, alla consegna dei Premi Caravella. A ricevere il riconoscimento, tra gli altri, Angelo Macchiavello, inviato delle reti Mediaset, Corrado Zunino, inviato del quotidiano La Repubblica – ferito nell’aprile scorso a Kherson in un attacco in cui perse la vita la sua guida ucraina – e Alice Martinelli, inviata del programma “Le Iene”. Tra i premiati anche suor Angela Bipendu, suora medico congolese, in prima linea a Bergamo durante la pandemia, e monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo – vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Anche quest’anno, Radio Vaticana – Vatican News è tra i media partner del Festival.