Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Mazara del Vallo ha una delle marinerie più grandi d’Italia, per questo i vescovi hanno deciso che quest’anno possa fare da scenario, a livello nazionale, alla Giornata mondiale della pesca che si celebra domenica. Ma nell’antico comune marinaro della provincia di Trapani – dove oggi i pescherecci che praticano la pesca d’altura sono poco meno di 100, mentre una piccola flotta si dedica alla pesca sotto costa – già il 20 novembre la diocesi propone a una delegazione ufficiale di rappresentanti delle istituzioni e tecnici del settore l’incontro con un equipaggio di pescherecci al porto nuovo e una visita due aziende di trasformazione e commercializzazione del pesce. Alla delegazione serviranno il pranzo gli studenti dell’indirizzo alberghiero dell’Istituto Francesco Ferrara, mentre 16.30, nell’aula magna del Seminario vescovile, si terrà il convegno sul tema “La pesca, un patrimonio da salvaguardare” al quale prenderà parte il vescovo, monsignor Domenico Mogavero.
Gli appuntamenti del 21 novembre
Domenica, alle 11, presso la Casa del pescatore, è in programma un evento con racconti e testimonianze di uomini di mare. Interverranno ex comandanti di pescherecci e pescatori e saranno in esposizione reti e arnesi da lavoro. Alle 19, infine, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, sarà celebrata una Messa. Ad evidenziare l’importanza di Mazara del Vallo nel settore della pesca sarà l’incontro con il Papa, a dicembre, dei 18 pescatori che lo scorso anno, da settembre a dicembre, per 108 giorni, sono rimasti prigionieri in Libia. Il portale della diocesi informa che è stato monsignor Mogavero a comunicare ai familiari, convocati al palazzo vescovile, dell’imminente udienza con il Pontefice. “Al momento non è stata ancora resa ufficiale la data dell’incontro che avverrà a Roma” ha specificato il presule. I 18 pescatori (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) dei pescherecci “Medinea” e “Antartide” sono stati sequestrati l’1 settembre 2020, mentre si trovavano nelle acque internazionali del mare Mediterraneo, a largo di Bengasi, e rinchiusi nelle carceri libiche. Sono stati liberati il 17 dicembre e hanno fatto rientro a Mazara del Vallo due giorni dopo.