Vertice straordinario tra Lega Araba e Organizzazione della Cooperazione Islamica ospitato dall’Arabia Saudita. Nella capitale, Riad il presidente iraniano Raisi esorta gli altri leader dei Paesi musulmani ad armare i palestinesi. Intanto si combatte nella Striscia di Gaza all’esterno delle strutture ospedaliere
Marco Guerra – Città del Vaticano
Al termine del vertice straordinario oggi a Riad, i leader dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci) e della Lega Araba esprimono una ”ferma condanna dell’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, dei crimini di guerra e dei massacri barbari” in corso. Nella dichiarazione finale si legge: ”Rifiutiamo di descrivere la guerra di ritorsione contro Gaza come autodifesa o di giustificarla con qualsiasi pretesto, e invitiamo tutti i Paesi a smettere di esportare armi e munizioni alle autorità di occupazione”. Nel comunicato la condanna anche dello ”sfollamento di un milione e mezzo di palestinesi dal nord della Striscia di Gaza”.
Raisi: contro Israele sanzioni e boicottaggio energetico
Il presidente iraniano Ibrahim Raisi nel suo discorso al vertice nella capitale dell’Arabia Saudita getta benzina sul fuoco del conflitto israelo-palestinese. Raisi dice agli altri capi di Stato arabi che è il momento di scegliere da che parte stare, che bisogna armare i palestinesi e loda Hamas “per la resistenza ad Israele”. “L’unica soluzione a questo conflitto è la resistenza continua contro l’oppressione israeliana fino alla creazione dello Stato palestinese dal fiume al mare”, ha aggiunto il presidente iraniano. Raisi ha chiesto anche sanzioni e un boicottaggio energetico contro Israele, che vengano mosse accuse contro Israele e gli Stati Uniti all’Aja e che siano inviati ispettori internazionali presso gli impianti nucleari israeliani.
Nasrallah: attacchi dal Libano ad Israele
Nella cornice del vertice a Riad si è inoltre tenuto il primo incontro, dopo la riconciliazione, tra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Le due potenze regionali nel recente passato hanno avuto posizioni contrastanti in diversi crisi del Medio Oriente. E oggi ha parlato in diretta tv anche il leader dell’organizzazione libanese Hezbollah, Hasan Nasrallah, che ha rivendicato attacchi con droni dal Libano verso Israele e ha detto che sono state intesificate le operazioni contro Israele “sia a livello qualitativo che quantitativo”. “Agli americani dico che se volete che i fronti secondari si fermino, dovete cessare l’aggressione a Gaza”, ha dichiarato Nasrallah.
Israele: Hamas asserragliata negli ospedali
Intanto si continua a combattere nella Striscia di Gaza. Secondo la Mezzaluna rossa palestinese i carri armati israeliani sono a poche decine di metri dall’ospedale al-Quds, e “sparano direttamente sull’ospedale, creando uno stato di estremo panico e paura tra i 14.000 sfollati”. Un portavoce militare israeliano sostiene che diversi ospedali di Gaza “devono essere evacuati per consentire all’esercito di affrontare Hamas, che li ha trasformati in postazioni fortificate”. “Da settimane facciamo sforzi per evacuare gli ospedali, che sono divenuti posti molto pericolosi” ha aggiunto, spiegando che molti civili sono stati usati come scudi umani. Nelle stesse ore anche nell’area dell’ospedale al-Shifa si continua a combattere e si è registrato un nuovo blackout totale, a causa del quale sarebbero morti due neonati prematuri.
Una crisi dell’umanità
Almeno 20 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza non sono più operativi a causa dei pesanti bombardamenti, avverte il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando che “in media, a Gaza, viene ucciso un bambino ogni dieci minuti”. L’ambasciatore cinese all’Onu Zhang Jun, intervenendo ieri alla riunione del Consiglio di Sicurezza su Gaza, ha dichiarato che “la protezione dei civili non può essere ritardata. Non c’è tempo da perdere nel salvare vite umane”. “Questa – ha affermato il diplomatico citando le parole del segretario generale Antonio Guterres – non è una crisi umanitaria… ma una crisi dell’umanità”.