A Gaza, saltata la tregua, si continua a combattere

Vatican News

Il mancato accordo tra Israele e Hamas che avrebbe dovuto aprire ad una tregua in cambio della liberazione degli ostaggi sembra aver aggravato la situazione nella Striscia di Gaza. Sempre alto il rischio di un allargamento del conflitto

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Svanita la possibilità di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, le violenze nella Striscia di Gaza sono riprese senza sosta. Fonti palestinesi affermano che quattro persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano su un asilo occupato da sfollati nel centro della regione. L’emittente araba Al Jazeera afferma che in un altro episodio almeno otto sono i morti causati da attacchi delle forze israeliane contro due case a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. E, secondo fonti di Hamas, sono ormai quasi 28 mila i morti palestinesi causati dalle operazioni israeliane scattate il 7 ottobre dopo i raid di Hamas costati la vita a 1400 israeliani.

Usa: una risposta esagerata

I recenti attacchi israeliani sono gli ennesimi episodi che hanno fatto scattare da parte degli Stati Uniti la severa critica nei confronti di Israele: la risposta al raid di Hamas del 7 ottobre è stata esagerata, ha detto il capo della casa Bianca Joe Biden. Ma il conflitto vede sempre attive propaggini di violenze nel nord di Israele che sul fronte libanese avverte: pronti a schierare centinaia di caccia. Una trentina i razzi lanciati ieri sera da Hezbollah dal Libano contro postazioni israeliane. Infine sette i raid Usa ieri contro droni e missili dei ribelli Houthi nello Yemen per fermare gli attacchi dei miliziani contro le navi commerciali nel Mar Rosso.

Emergenza umanitaria

Mobilitate tutte le emergenza per le condizioni dei civili in progressivo peggioramento nella Striscia di Gaza. Il cibo sta diventando “così scarso che la gente è costretta a mangiare erba”: Lo denuncia ActionAid. “Ogni singola persona a Gaza ora soffre la fame, e le persone hanno solo da 1,5 a 2 litri di acqua non sicura al giorno per soddisfare i propri bisogni”, si afferma in una nota, avvertendo che l’intensificazione degli attacchi a Rafah avrà “conseguenze disastrose”. ActionAid, organizzazione impegnata nella beneficenza, si dice profondamente preoccupata per una possibile intensificazione delle ostilità a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Qualsiasi aggravamento della situazione bellica in quella zona, dove attualmente sono rifugiate circa un milione e mezzo di persone sarebbe disastrosa, afferma ActonAid Palestine.