A Gaza pressioni dell’Egitto su Hamas: accordo con Israele, o Rafah sarà attaccata

Vatican News

Il premier di Tel Aviv Netanyahu prepara l’operazione di terra sulla città nel Sud della Striscia, per colpire gli “ultimi battaglioni terroristici” di Hamas, ma assicura “un passaggio sicuro” per la fuga della popolazione, con quasi un milione di sfollati dalle altre zone dell’enclave palestinese. Il Cairo spinge i fondamentalisti a trovare un accordo su ostaggi e cessate il fuoco, altrimenti non ostacolerà l’operazione israeliana

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Nel Medio Oriente in fiamme l’ultima mossa nella guerra per Gaza, attesa a giorni, è l’attacco di terra dell’esercito israeliano a Rafah, la città più a sud della Striscia, dove secondo il premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu si nascondono “i restanti battaglioni terroristici di Hamas”. Ma la città è diventata il rifugio per quasi un milione di sfollati palestinesi, spinti a sud dalla guerra, e la comunità internazionale teme una catastrofe umanitaria. Netanyahu assicura che il suo esercito garantirà “un passaggio sicuro alla popolazione civile in modo che possa andarsene”, ma dichiara che fermarsi ora equivarrebbe a perdere la guerra, “lasciando che Hamas rimanga a Rafah”.

Hamas: negli attacchi di Israele morti altri due ostaggi

Hamas avverte che un attacco di terra a Rafah, farà “saltare i colloqui per lo scambio degli ostaggi”. Mohammed Nizal, una figura di spicco del movimento fondamentalista islamico, ha detto che in questi colloqui per raggiungere un cessate il fuoco, Hamas chiede “il minimo” ma il premier israeliano “vuole che la guerra continui per restare al potere e non vuole perdere la sua coalizione di destra”. Sempre il gruppo islamico che ha dato inizio al conflitto, arrivato al giorno 126, con l’attacco ai kibbutz di confine, il 7 ottobre dello corso anno, che ha causato 1200 vittime israeliane, comunica che gli attacchi di Tel Aviv sulla Striscia di Gaza nelle ultime 96 ore hanno ucciso due ostaggi israeliani e ferito gravemente altri otto. E le Brigate Al Qassam di Hamas, parlando di condizioni di salute in aggravamento per gli ostaggi, “vista l’impossibilità di fornire cure adeguate”, aggiungono che Israele “ha la piena responsabilità per la vita dei feriti alla luce dei continui bombardamenti”.

Il Cairo non si opporrà ad un attacco che eviti vittime civili

Alti funzionari egiziani avrebbero però riferito alle loro controparti israeliane che non si opporranno a un’operazione a Rafah, se questa sarà condotta in modo tale da evitare vittime civili palestinesi, già arrivate a più di 28 mila in tutta la Striscia di Gaza. Quindi, sebbene Il Cairo potrebbe lanciare forti critiche a Israele per l’offensiva, non agirà in modo tale da impedire all’esercito di Tel Aviv di operare. E dagli Stati Uniti il Wall Street Journal riferisce che l’Egitto ha avvertito Hamas che se non raggiungerà un accordo con Israele entro due settimane, l’esercito israeliano potrà attaccare Rafah via terra. Intanto, il segretario di Stato per gli affari Esteri del Regno Unito, David Cameron, si è detto “profondamente preoccupato” dalla prospettiva di un’offensiva militare israeliana a Rafah. “Oltre la metà della popolazione di Gaza ha trovato rifugio nell’area. La priorità deve essere una pausa immediata dei combattimenti per far entrare gli aiuti e far uscire gli ostaggi”, ha affermato Cameron. “Poi, il progresso in direzione di un cessate il fuoco sostenibile e permanente”

L’ Anp: indagine internazionale sulla morte della piccola Hind

Infine, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sulla morte della bimba palestinese Hind Rajab, rimasta uccisa a Gaza, e di “perseguire i criminali di guerra” che accusa di aver ucciso la piccola, sei anni appena, la sua famiglia e gli operatori del soccorso intervenuti per soccorrerla.