Hamas si starebbe ritirando dai colloqui per una tregua nella Striscia a causa dei “massacri” da parte israeliana e della sua “mancanza di serietà”. Dopo il raid su Khan Younis, un altro attacco su un campo profughi ha provocato 17 vittime. Nessuna certezza sulla sorte dei due comandanti delle brigate del movimento islamista presi di mira dalle forse d’Israele
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Gli attacchi dell’esercito israeliano continuano a colpire la Striscia di Gaza: sarebbero almeno 17 le vittime palestinesi del bombardamento sferrato nel pomeriggio di ieri sul campo profughi di Al-Shati sulla spiaggia di Gaza, a ovest della città e in particolare, secondo le informazioni diffuse da Hamas, su “una sala di preghiere”. Il raid aereo segue di poche ore quello a Khan Yunis che ha ucciso circa 90 persone, di cui la metà donne e bambini.
Colloqui a rischio per il ritiro di Hamas
Dopo gli ultimi episodi il movimento starebbe decidendo di interrompere i negoziati sul cessate il fuoco nella Striscia, denunciando la “mancanza di serietà” e i “massacri” israeliani. “Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh – ha detto un funzionario – ha informato i mediatori e gli attori regionali in una serie di appelli della decisione di Hamas di interrompere i negoziati a causa della mancanza di impegno da parte di Israele e dei massacri contro civili disarmati”. Gli sforzi diplomatici per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza, dove la guerra è al suo decimo mese, erano ripresi questa settimana nella capitale egiziana al Cairo sotto l’egida di Qatar, Egitto e Stati Uniti.
La strategia di Israele
Israele aveva dichiarato di voler prendere di mira Mohammed Deif, capo delle brigate Ezzedine al-Qassam, l’ala armata di Hamas, e Rafa Salama, comandante delle brigate di Hamas a Khan Youne’s, definiti come “due menti del massacro del 7 ottobre”. In una conferenza stampa, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso ieri sera di non avere “alcuna certezza che uno dei due sia stato eliminato”. Le forze armate israeliane hanno inoltre reso noto che “sono stati attaccati alcuni siti di Hezbollah in cinque aree nel sud del Libano, grazie ad aerei combattimento”. Tra questi ci sono “un’infrastruttura terroristica nella zona di Eyta al-Sha’ab, un posto di osservazione nella zona di Al-Adaisa e un’altra struttura terroristica nella zona di Kfar Kila accanto a un edificio militare nell’area di Khula”.