A Cracovia l’Assemblea della Federazione Luterana Mondiale

Vatican News

Partecipano ai lavori circa 1200 persone sul tema “Un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza”. Oggi la relazione del teologo cattolico Tomáš Halík

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Si è aperta ieri a Cracovia la 13.ma Assemblea della Federazione Luterana Mondiale (LWF) sul tema “Un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza” (Efesini 4,4-6). Partecipano rappresentanti di 150 Chiese membri della Federazione provenienti da tutto il mondo. Sono presenti circa 1200 persone, tra cui anche ospiti e osservatori ecumenici. Il cardinale Kurt Koch, presidente del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, interverrà nella giornata conclusiva, martedì 19 settembre.

Ieri, nel sermone di apertura dell’Assemblea, la pastora Danielle Dokman, del Suriname, ha affermato che se crediamo che Dio abbia assunto un corpo umano con le sue fragilità, significa che non possiamo ignorare gli altri, perché possiamo incontrare Dio proprio nel nostro prossimo, in particolare nei più vulnerabili.

Il presidente Musa: promuovere l’unità in un mondo diviso

L’arcivescovo Panti Filibus Musa, presidente della Federazione, nel suo intervento di ieri ha esortato i delegati a “mantenere l’unità e la speranza nel nostro cammino comune come una comunione di Chiese”. In un mondo “affollato da voci diverse e dal rischio di divisione”, ha insistito, le Chiese devono continuare a praticare “un ascolto rispettoso” per rimanere fari “di speranza in mezzo alla complessità, all’incertezza e al cambiamento delle ideologie” continuando “a lavorare per la pace e la riconciliazione” nel mondo di oggi. “Il nostro compito – ha affermato – è quello di discernere e coltivare questa unità, testimoniando la grazia liberatrice di Dio”.

Il saluto della Caritas Internationalis

Sempre ieri, ha portato il saluto della Caritas Internationalis il suo segretario generale, Alistair Dutton, che ha sottolineato l’importanza delle relazioni ecumeniche nel servizio comune ai più poveri ed emarginati in questa società così divisa e frammentata: “C’è un solo corpo di Cristo – ha detto – e come cristiani manifestiamo insieme l’amore di Cristo nel mondo di oggi. Siamo i suoi occhi, le sue orecchie e le sue mani. Insieme, siamo il popolo di Dio che costruisce il Regno di Dio”.

La relazione del teologo ceco Halík

Questa mattina è intervenuto il teologo cattolico ceco Tomáš Halík, professore di sociologia e direttore del Dipartimento di Studi religiosi dell’Università Carlo di Praga, secondo il quale “il cristianesimo è alle soglie di una nuova riforma. Non è la prima né la seconda né sarà l’ultima” perché, come ha detto Sant’Agostino, la Chiesa è “semper reformanda”. Secondo Halík una nuova riforma per il XXI secolo deve trascendere “le forme e i confini attuali del cristianesimo” e contribuire a unire in un “unico corpo” tutta l’umanità, insieme a tutto il creato. I cristiani – ha affermato – sono chiamati ad essere “testimoni della continua resurrezione” di Cristo, lavorando per un rinnovamento spirituale che vada oltre i confini nazionali, religiosi, sociali o culturali: “Sono profondamente convinto – ha detto – che riceveremo il dono dell’unità tra i cristiani se ci impegneremo in un cammino comune verso un ecumenismo ancora più ampio e profondo”.

Al centro dell’assemblea anche i temi della guerra in Ucraina e delle violenze contro i cristiani nel mondo.