Chiesa Cattolica – Italiana

A Cipro inaugurata la Nunziatura, Peña Parra: casa di fraternità, dialogo e pace

Il sostituto della Segreteria di Stato ha portato il saluto del Papa alla inaugurazione della nuova rappresentanza pontificia, ricordando cinquant’anni di reciproche relazioni diplomatiche. Incontro con le autorità religiose e civili: “La Chiesa cattolica si sente a casa in ogni nazione”

L’Osservatore Romano

Una casa di incontro, fraternità e speranza, uno scrigno di dialogo, carità e pace. È questa l’immagine evocata dall’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, per la Nunziatura apostolica a Cipro, inaugurata oggi.

Nel suo discorso alle autorità religiose e civili, monsignor Peña Parra ha portato il «caloroso» saluto di Papa Francesco, ricordando cinquant’anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Cipro e sottolineando come l’inaugurazione di una Nunziatura apostolica sia un gesto diplomatico e al contempo pastorale e fraterno. Perché «la Chiesa cattolica si sente a casa in ogni nazione», operando «tra» i popoli. La nunziatura, ha ricordato, è “la casa del Papa” in un determinato Paese e come tale è chiamata a favorire un clima di «familiarità e fraternità».

L’inaugurazione della Nunziatura a Cipro

Riportando alla mente il viaggio apostolico del Pontefice a Cipro nel 2021, il sostituto della Segreteria di Stato ha fatto proprie le parole di Francesco quando, parlando del Paese, ne menzionò la «vocazione innata all’incontro». Proprio una «cultura dell’incontro» – ha detto – è chiamata a promuovere il servizio diplomatico della Santa Sede. La nunziatura, dunque, appare come «uno “scrigno” dove custodire e conservare incontri preziosi»: uno «scrigno di dialogo» tra i cattolici della zona, nella «ricchezza» della varietà di origini e riti, latini e maroniti, e tra cristiani delle diverse confessioni.

Ogni nunziatura, ha inoltre evidenziato, è chiamata ad essere un centro dove si promuove la fraternità umana: una sfida che va affrontata «in questi giorni». Il riferimento è alle migrazioni, «realtà non priva di problemi» che va ben gestita, «soprattutto attraverso un impegno concreto ed efficace di tutta l’Unione Europea nel regolare gli ingressi e in particolare nel distribuire coloro che vengono accolti». L’auspicio quindi è che la nunziatura «sia uno scrigno di carità» verso chi è nel bisogno, ma anche casa «di speranza». A Cipro, ha notato, aprire una porta di speranza significa fare i conti con una «ferita ancora aperta e sanguinante», la divisione dell’isola in due, che risale al 1974, quando truppe turche occuparono una parte di Cipro. Il pensiero è andato «a tutti coloro che non possono tornare alle loro case», ma anche alle «ferite sociali e personali causate dalla divisione dell’isola e ai quattro villaggi maroniti nel nord del Paese, la cui identità deve essere protetta». Di qui l’esortazione a fare «ogni sforzo» per dare priorità ai bisogni della gente.

In tale ottica, si pone pure l’immagine di «scrigno di pace» per la nunziatura, a beneficio dei popoli dell’intera regione, pensando al Medio Oriente, «così vicino a noi, che teniamo nel cuore e nelle preghiere con grande dolore e preoccupazione».

Il sostituto ha incontrato le autorità civili e religiose di Cipro

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