Chiesa Cattolica – Italiana

A Caserta un laboratorio culturale e politico sulla base del Codice di Camaldoli

Due giornate, nella Biblioteca del seminario, sui temi di economia, società, giustizia, impegno sociale, politica e amministrazione. Tra gli ospiti, Anna Maria Tarantola, presidente della Fondazione Centesimus Annus: “Economia e finanza fondamentali per la crescita dell’umanità se ben controllate. I rischi di una cattiva gestione e di un cattivo uso sono però rilevanti e possibili fonti di conflitti. Serve una profonda riflessione alla luce dell’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa”

Giuseppe Simeone – Caserta

Nella Biblioteca del Seminario di Caserta si è svolto un laboratorio politico per interrogarsi sul futuro e per sognarne uno nuovo, capace di aiutare a cambiare la società in cui viviamo. Tema generale degli incontri, che si sono svolti sabato 13 e domenica 14 gennaio, è stato: “Un nuovo Codice di Camaldoli?”. Un diretto riferimento, quindi, al documento redatto tra il 18 e il 24 luglio del 1943, da una trentina di intellettuali di ispirazione cattolica riuniti nell’Eremo di Camaldoli in Toscana, nella Diocesi di Arezzo, per formulare una Magna Carta sul futuro dell’Italia e la visione del Paese. 

Ampie riflessioni

 

Sulla base, quindi, del Codice – del quale la scuola di ispirazione cattolica Polity Design, alcuni mesi fa, ha pubblicato un testo in versione digitale libera per favorirne la conoscenza – si sono snodate le riflessioni dei diversi relatori, i quali hanno approfondito questioni legate agli ambiti di economia, società, giustizia, impegno sociale, cattolici, politica e amministrazione. Tra loro, Anna Maria Tarantola, presidente della Fondazione Centesimus Annus, che ha affermato: “Il mondo è oggi alle prese con diverse crisi: climatica, sociale, pandemica, economica e demografica e due transizioni di enorme rilevanza, quella verso la sostenibilità e quella digitale. Queste crisi e transizioni impattano grandemente sulla vita di tutti e rendono il contesto assai complesso, incerto, ambiguo e volatile e pongono in discussione il modello economico-sociale prevalente e lo stesso nostro stile di vita”.

I rischi di una cattiva gestione di economia e finanza

Tarantola ha ricordato che “l’economia e la finanza sono fondamentali per la crescita dell’umanità: se ben gestite e controllate sono un’attività preziosa ma possono essere causa di grandi danni perché i rischi di una loro cattiva gestione e di un loro cattivo uso sono rilevanti, le questioni economico-finanziarie diventano sempre questioni sociali e possibili fonti di conflitti. Per realizzare un nuovo modello di sviluppo che sia equo, solidale e integralmente sostenibile tanti sono i temi che vanno affrontati  e che – ha aggiunto la presidente della Fondazione – richiedono  una profonda riflessione alla luce dell’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa; ne ricordo alcuni: l’importanza dell’etica e dell’integrità  a livello di comportamenti politici, aziendali e  personali; il perseguimento di obiettivi aziendali di creazione di valore per tutti gli stakeholder e di tutela dell’ambiente;  il valore della giusta meritocrazia; la relazione tra credo religioso e attività imprenditoriale; la rilevanza della preparazione multidisciplinare (quindi anche umanistica)  e della professionalità nella gestione delle risorse umane, finanziarie e fisiche; il mondo del lavoro aperto a tutti, nessuno escluso”.

Gli incontri sono continuati con il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, e con il dirigente nazionale dell’Azione cattolica Italiana Francesco Cananzi, già consigliere del Csm. Domenica mattina confronto pubblico tra l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e il sindaco di Benevento e già ministro della Giustizia, Clemente Mastella.  

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