Michele Raviart – Città del Vaticano
“Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per garantire la sostenibilità dei progetti di reintegro degli ex-combattenti delle Farc, con supporto tecnico e finanziario, terreni ed alloggi”. Ad affermarlo è il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in visita in Colombia per ricordare i cinque anni dalla firma della pace tra governo e forze armate rivoluzionarie che ha posto fine a una guerra durata decenni in cui sono morte oltre 260 mila persone con milioni di sfollati.
I progetti di recupero
Guterres si è recato nell’area di Llano Grande, nel nord-ovest del Paese, una delle zone più colpite dalla guerra civile e in cui sono attivi alcuni degli oltre duemila progetti individuali e collettivi, stanziati in 170 comuni del Paese, ai quali partecipano oltre seimila dei 13 mila combattenti che hanno abbandonato le armi e la guerriglia per rientrare nella società civile. Insieme a lui il presidente colombiano Ivan Duque e Rodrigo Londono, ultimo comandante delle Farc noto con il nome di Timochenko e attuale leader del partito Comunes, nato dalle ceneri delle milizie guerrigliere.
Costruire la pace
Nel congratularsi con il governo per questi progetti di reintegro lavorativo Guterres, che oggi ha presieduto presso la sede della Giurisdizione speciale per la pace di Bogotà, il tribunale creato per giudicare i crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante il conflitto, alla cerimonia ufficiale di commemorazione degli accordi, ha ricordato come la “pace non arriva da un giorno all’altro” e che ci vuole lavoro per “costruirla, nutrirla e sostenerla”.
Uccisi ex-combattenti e leader dei movimenti sociali
Negli ultimi cinque anni, infatti, circa 300 ex-guerriglieri sono stati uccisi dagli altri gruppi armati rimasti per aver rinunciato a combattere, insieme ad oltre seicento leader dei movimenti sociali indigeni e difensori dei diritti umani. Eventi, ha commentato Guterres, che “fanno crollare le speranze delle comunità e mettono in pericolo le prospettive di sviluppo sostenibile”.
Un accordo che tiene
“Questo accordo sta tenendo da cinque anni e questa è una novità per la Colombia”, spiega a Vatican News il giornalista Alfredo Luis Somoza, esperto di Sudamerica e presidente dell’Istituto Cooperazione Economica Internazionale di Milano. Ma se la smobilitazione delle Farc è riuscita al 95%, la sicurezza degli ex-combattenti non è stata garantita dallo Stato nelle zone ancora fuori controllo. Anche la giustizia va un po’ a rilento, spiega Somoza, e rimangono aperti ancora alcuni fronti, come quello delle donne che hanno subito violenza sessuale durante il conflitto.
Un gesto simbolico e importante
Come segno di sostegno all’accordo, inoltre gli Stati Uniti hanno decido di eliminare le Farc dall’elenco delle organizzazioni terroristiche. Una decisione attesa da tempo e che segue l’incontro di alcuni esponenti dell’amministrazione Biden con il presidente della Colombia a Bogotà di alcune settimane fa. “È un gesto simbolico e importante”, sottolinea Somoza, per riaffermare il fatto che ormai esistono due Farc, una largamente maggioritaria che sta al gioco politico e alla democrazia e poi dei gruppi di sbandati che si riconoscono in quella sigla enon hanno nulla a che fare con quella dirigenza”.