Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Ascoltano attenti i giovani che partecipano alla Messa nella Basilica di San Pietro, nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e in occasione della celebrazione della XXXVI Giornata mondiale della Gioventù a livello diocesano. Ascoltano il Papa che li sprona ad essere sognatori coraggiosi, “liberi, autentici”, con “la passione della verità, perché con i vostri sogni – afferma nell’omelia – possiate dire: la mia vita non è schiava delle logiche di questo mondo, perché regno con Gesù per la giustizia, l’amore e la pace!”
Cari giovani vi auguro che ciascuno di voi possa sentire la gioia di dire: “Con Gesù anch’io sono re”. Sono re: sono un segno vivente dell’amore di Dio, della sua compassione e della sua tenerezza. Sono un sognatore abbagliato dalla luce del Vangelo e guardo con speranza nelle visioni notturne. E quando cado, ritrovo in Gesù il coraggio di lottare e sperare, il coraggio di tornare a sognare. Ad ogni età della vita.
Alza lo sguardo
La riflessione di Francesco, che orienta il cammino verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona, prende spunto dalle due immagini tratte dalla Parola: la venuta di Gesù “con le nubi” e Cristo che davanti a Pilato gli dice: “Io sono re”.
“Viene con le nubi – spiega il Papa – per rassicurarci”, per non lasciarci soli nei momenti duri della vita, ma “c’è bisogno di riconoscerlo, di guardare oltre la notte, di alzare lo sguardo per vederlo in mezzo alle oscurità”.
Cari giovani, guardare nelle visioni notturne! Cosa vuol dire questo? Avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che tante volte portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire – no! -, per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure. Questo è il pericolo: che ci reggono le nostre paure. Non rimanere rinchiusi nei nostri pensieri a piangerci addosso. Alza lo sguardo, àlzati! Questo è l’invito: alza lo sguardo, àlzati!
Sognatori che amano Gesù
L’invito di Francesco è di diventare “sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne”; “costruttori in mezzo alle macerie”, sognatori che non si lasciano “assorbire dalla notte” ma accendono una fiamma, “una luce di speranza che annuncia il domani”.
Sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio. Vorrei dirvi questo: noi, noi tutti, vi siamo grati quando sognate. “Ma davvero, ma i giovani quando sognano tante volte fanno chiasso …” Fate chiasso, perché il chiasso vostro è il frutto dei vostri sogni. Vuol dire che non volete vivere nella notte, quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene!
Entusiasmo che fa bene anche alla Chiesa “per essere-– sottolinea il Papa – testimoni di Dio che è sempre giovane”.
In un mondo appiattito restate sognatori
La freschezza della gioventù diventa linfa nuova e Francesco per questo dice “grazie” ai giovani perché si impegnano a rendere il mondo “più bello e umano”, perché si fanno più vicini a Gesù, “tanti vostri sogni – afferma – corrispondono a quelli del Vangelo. La fraternità, la solidarietà, la giustizia, la pace: sono gli stessi sogni di Gesù per l’umanità”.
Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi.
Davanti a Gesù la verità
“Io sono re”. Le parole di Gesù a Pilato non nascondono ambiguità, sono coraggiose e libere, “senza doppiezze” per proclamare che il suo Regno è diverso da quelli del mondo, è il Regno dell’amore.
Cari giovani, attira la libertà di Gesù! Lasciamo che ci vibri dentro, che ci scuota, che susciti in noi il coraggio della verità.
Davanti a Gesù scopriamo la verità che ci abita, “ci serve – afferma il Papa – adorarlo per essere liberi dentro, per fare luce sulla vita e non lasciarci ingannare dalle mode del momento, dai fuochi d’artificio del consumismo che abbaglia e paralizza”.
Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per “mordere la vita”, per viverla pienamente!
Senza scorciatoie e senza equilibrismi
E’ in questa libertà che si percorre la via del bene, anche se più ardua e difficile perché controcorrente, contro lo scaricare le nostre colpe sugli altri, contro un io egoista e rigido “per metterci nella scia di Gesù”. “Egli ci insegna – aggiunge Francesco – ad andare contro il male con la sola forza mite e umile del bene. Senza scorciatoie, senza falsità, senza doppiezze”.
Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare – dove li porta il vento, dove li porta i propri interessi -, di chi sta un po’ a destra e un po’ a sinistra dopo aver fiutato che cosa conviene. Gli equilibristi.
Equilibristi che “cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettere la vita, per non giocarsi sul serio”.
Siate liberi, siate autentici, siate coscienza critica della società. Non avere paura di criticare! Noi abbiamo bisogno delle vostre critiche. Tanti di voi stanno criticando, per esempio, contro la contaminazione ambientale. Abbiamo bisogno di questo! Siate liberi nelle critiche.
Al termine della celebrazione, l’omaggio del Papa insieme ad alcuni giovani alla Vergine Maria.