Vittime di abusi, Giornata Cei. Il Papa: proteggere è un dovere imprescindibile

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Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Un invito alla preghiera per sostenere i cammini di recupero umano e spirituale delle vittime e dei sopravvissuti, da chiunque siano stati feriti, così gravemente, dentro o fuori dalla Chiesa, per le famiglie e le comunità colpite dal dolore per i loro cari. E’ lo spirito e l’intenzione con cui la Conferenza episcopale italiana ha istituito nel marzo scorso, per il 18 novembre a partire da quest’anno, la prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. La data richiama all’analoga iniziativa europea e subito fa pensare agli ultimi numeri che in merito l’Organizzazione mondiale della Sanità mette in evidenza, ossia la stima del 9,6% dei 204 milioni di bambini della regione europea (19.584.000 bambini) di età inferiore ai 18 anni che subisce abusi sessuali.

È in questo contesto che il Papa torna a fare sentire la sua voce innanzitutto con un auspicio relativo alla ricorrenza in Italia:

Auspico che questa iniziativa possa essere occasione di riflessione, di sensibilizzazione e di preghiera per sostenere i cammini di recupero umano e spirituale delle vittime.

Poi, nelle parole di Francesco torna un concetto chiave nella sua drammaticità, quello della protezione dei ragazzi là dove dovrebbero essere più sicuri, cioè negli ambiti educativi, ricreativi e formativi:

È dovere imprescindibile di quanti hanno qualche responsabilità educativa in famiglia, in parrocchia, nella scuola, nei luoghi ricreativi e sportivi, proteggere e rispettare gli adolescenti e i ragazzi loro affidati, perché è proprio in quei posti che la maggioranza degli abusi succedono.

Ancora nei saluti ai fedeli italiani, il Papa ha rivolto questa mattina la sua attenzione, la sua vicinanza e la sua preghiera accorata al mondo del lavoro e in particolare alla crisi occupazionale e di liquidità che sta interessando due storiche aziende del Veneto, Acc e Ceramiche Dolomite. Francesco ha voluto richiamare la centralità e la priorità che ha l’uomo con la sua dignità sulla logica del profitto. Nelle sue parole anche la sottolineatura dell’impegno dei vescovi e dei sacerdoti proprio in questi giorni scesi in piazza al fianco dei lavoratori di cui condividono il vissuto quotidiano :

Il mio pensiero va ai lavoratori di Borgo Valbelluna, preoccupati per il loro futuro lavorativo. Di fronte ai loro assillanti problemi, mi unisco ai vescovi e ai parroci del territorio, esprimendo la mia vicinanza. Rivolgo un accorato appello affinché in questa situazione, così come in altre simili che mettono in difficoltà tante famiglie, non prevalga la logica del profitto ma quella della condivisione equa e solidale. Al centro di ogni questione lavorativa va sempre posta la persona e la sua dignità: quando non si guadagna il pane, si perde la dignità. Dobbiamo pregare, tanto, per questa gente.