Il Giappone al voto per ritrovare la fiducia degli elettori

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Il voto di questa domenica in Giappone rappresenta una sorta di volta pagina tra il governo di Shinzo Abe, il primo ministro più longevo della storia politica del Paese asiatico, in carica una prima volta dal 2006 al 2007 e una seconda dal 2012 al 2020, e quello di Fumio Kishida, che guida l’esecutivo dal 4 ottobre scorso. Nella brevissima campagna elettorale, partita il 19 ottobre, il fronte liberal-democratico, che fa capo al premier, e l’opposizione guidata dal Partito Democratico Costituzionale si sono confrontati sulla risposta che il Giappone ha dato alla pandemia e sulla auspicata ripresa economica, altro tema caldo del momento.

Pandemia ed economia

Insieme all’emergenza Covid in Giappone si registra un sensibile aumento delle difficoltà economiche nelle famiglie, per superare le quali i giapponesi aspettano riforme importanti e decisive. Il neopremier, in controtendenza con il predecessore Abe, ha dichiarato di voler aprire un “circolo economico virtuoso” per aumentare il reddito pro capite e dare maggiore impulso ai consumi. E proprio su questo programma si sono incentrate le critiche del Partito Democratico Costituzionale, che, al cosiddetto “nuovo capitalismo” su cui punta Kishida, propongono un’alternativa basata sull’aumento delle tasse per le grandi aziende e una diminuzione della pressione fiscale sulla classe media, puntando in questo modo ad una redistribuzione del reddito.

Portare i giapponesi alle urne

Dalle analisi dei politologi, la situazione attuale in Giappone sta creando una sempre più evidente disaffezione della cittadinanza nei confronti delle istituzioni ed è immaginabile, quindi, un certo calo dell’affluenza alle urne. E’ lo stesso primo ministro, Fumio Kishida che recentemente ha affermato: “La democrazia della nazione è in crisi, poiché la fiducia dei cittadini nella politica, che ne costituisce il pilastro, è gravemente erosa”. L’appello di tutte le forze politiche agli aventi diritto è, dunque, quello di andare alle urne per esprimere le proprie preferenze. Quanto questa esortazione potrà funzionare lo si vedrà dopo il voto in un Paese da anni in emergenza: nel 2011 il disastroso terremoto e il conseguente maremoto causarono il disastro nucleare di Fukushima, una tragedia che provocò oltre 18 mila tra morti e dispersi. Questa è una delle cause, insieme alla pandemia oggi, che ha aumentato la povertà. Il Paese risulta essere nel G7 il secondo come tasso di povertà e la distanza tra ricchi e poveri si sta sempre più allargando, con disuguaglianze evidenti. E i giapponesi attendono risposte convincenti.