Svolta epocale nella lotta alla malaria: Oms approva il vaccino

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Ancora oggi nel 2021 la malaria, legata alla puntura della zanzara Anopheles, provoca 409mila morti l’anno, il 95% dei quali in Africa la Nigeria in testa  e poi in India, e per due terzi tra bambini sotto i cinque anni. E’ per questo che la pagina scritta oggi è storica e si aspettava da tre decenni di ricerca e dai primi via libera ottenuti nel 2015.

Mosquirix: i Paesi pilota e gli effetti sui bambini

La sperimentazione è dunque divenuta strumento ufficiale, raccomandato. Commercalmente il farmaco si chiama Mosquirix, è prodotto dalla Glaxo con l’aiuto di un organismo non profit. E’ efficace nel 56% dei casi, e già così capace di “salvare decine di migliaia di vite all’anno”, dice l’Oms, sottolineando anche come una forma modificata stia già mostrando un efficacia pari al 77%. Tre i Paesi pilota: Malawi, Ghana e Kenya con circa 800mila i bambini coinvolti in somministrazioni di 4 dosi totali a partire dai 5 mesi d’età. Mosquirix usa una proteina del parassita inoculato dalla zanzara nel tentativo di bloccare l’infezione al livello iniziale. “Ora – afferma l’Oms – non ci resta che garantire l’acquisto ai Paesi che lo richiederanno, tutto ciò ovviamente va fatto nel più breve tempo possibile”. Uno studio del 2020 ha stimato che se il vaccino fosse distribuito nei Paesi con la più alta incidenza di malaria al mondo, potrebbe prevenire – ogni anno – 5,4 milioni di casi e 23mila decessi di bambini di età inferiore ai cinque anni.

La soddisfazione delle Ong

Si è scritta, dunque, una bella pagina e grande soddisfazione è stata espressa anche da molte Ong sul campo. “Come è avvenuto per l’Italia, dove la malaria era ancora endemica nella prima metà del Novecento, dobbiamo chiudere la partita anche nei Paesi africani”, sottolinea la presidente di Amref, Paola Crestani. “Finalmente ci siamo. E ancora una volta l’unica via a permetterci di progredire è la scienza, con un vaccino. Come Amref incoraggiamo continuamente le comunità a migliorare la prevenzione e la gestione della malattia”, aggiunge. I riflettori ora sono puntati su Gavi, l’alleanza globale per i vaccini: un suo sì potrebbe garantire l’acquisto del vaccino per i Paesi che lo richiederanno, un processo che potrebbe durare anche un anno e dunque è fondamentale partire il prima possibile.