Media vaticani, Semeraro: come l’arcangelo Gabriele siete portatori di un annuncio

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Adriana Masotti – Città del Vaticano

Il Dicastero per la Comunicazione festeggia oggi san Gabriele arcangelo, patrono delle Telecomunicazioni. E’ l’appuntamento annuale in cui tutti gli appartenenti al dicastero vaticano si riuniscono, in questo periodo anche via streaming, per pregare insieme, celebrare anniversari, ricordare obiettivi raggiunti e festeggiare riconoscimenti. Alle 11, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, è stata celebrata la Messa, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e membro dello stesso dicastero. Subito dopo, nella Sala S. Pio X del palazzo di via della Conciliazione ove ha sede la direzione del dicastero, si è svolta la cerimonia di consegna delle onorificenze pontificie ad alcuni dipendenti che si sono distinti per impegno e professionalità nel proprio lavoro.

La missione degli angeli 

Il Vangelo di Giovanni proposto dalla liturgia del giorno racconta l’incontro tra Gesù e Natanaele, un uomo assetato di verità. L’ultima parte del brano offre lo spunto iniziale per l’omelia del porporato, che anzitutto si dice felice di poter celebrare in questa circostanza, anche per la gratitudine nei riguardi del Dicastero per la Comunicazione, e in particolare della Sala Stampa, dai quali dice di aver ricevuto un grande aiuto durante il suo impegno nel Consiglio di cardinali per la scrittura di comunicati e relazioni. Il cardinale Semeraro riflette sull’immagine con cui si conclude il Vangelo, quella della missione degli angeli, con Gesù che osserva: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. La scala che compare spesso nel Nuovo e nel Vecchio Testamento, afferma il cardinale Semeraro, è luogo di congiunzione tra terra e cielo ed è simbolo di Gesù fattosi uomo. Gli angeli salgono e scendono questa scala, sono i nostri protettori, i nostri difensori e anche i nostri compagni nella lode al Signore.

Michele, Raffaele e Gabriele

Il prefetto delle Cause dei Santi ricorda che oggi, oltre a Gabriele, si celebrano gli arcangeli Michele e Raffaele. Michele che accompagna la Chiesa nella lotta alle tenebre, perché non solo ciascuno di noi singolarmente, ma tutta la Chiesa è coinvolta nella battaglia contro le insidie del diavolo. L’arcangelo Raffaele, prosegue il cardinale, che ci accompagna nella guarigione tanto necessaria in questo tempo di fragilità. E qui il cardinale Semeraro cita il discorso di Papa Francesco alla diocesi di Roma, quando ha detto che “la Chiesa è un sacramento di cura”. C’è infine Gabriele, l’angelo degli annunci come a Zaccaria e soprattutto a Maria a cui annuncia la divina maternità. Su questo aspetto, il cardinale Semeraro si sofferma con particolare attenzione: Maria che riceve gli annunci

Ogni cristiano è portatore di un annuncio

Il porporato ricorda un libro visto da ragazzo dal titolo “Dio non ha scelto gli angeli” e commenta: Dio per certe compiti ha scelto le creature umane, come Maria, una di noi e quindi imitabile. Il primo annuncio che Maria riceve è quello dell’arcangelo Gabriele e di fronte a lui comincia a discutere, a fare domande, a chiedere perché, tanto che Maria può essere di esempio anche per le persone che chiedono spiegazioni. Poi, al Tempio, l’annuncio che Maria riceve dal vecchio Simeone, un uomo non un angelo, che le dice: “E a te una spada trafiggerà l’anima”. Qui Maria non replica, diventa pensosa, rimane in silenzio. Dio, sottolinea ancora il cardinale Semeraro, ha scelto le creature umane per gli annunci “e voi siete tra queste”. Non sempre le vostre parole vengono accettate, continua, a volte fanno riflettere, altre volte sollecitano spiegazioni. Abbiamo bisogno tutti della protezione dell’arcangelo Gabriele. Ogni cristiano è sempre portatore di un annuncio,  a volte dovrà discernere se parlare o tacere, ma, conclude il porporato, ricordiamo che Gesù, sia con la parola sia con il silenzio, ha sempre fatto ogni cosa per la gloria del Padre.

Le intenzioni di preghiera

Nella Messa, le intenzioni di preghiera, al termine dell’omelia, sono per la Chiesa perché possa mantenere intatta la sua fede, per Papa Francesco e per tutti i celebranti che sappiano accompagnare sempre i fedeli. E poi per gli educatori perché siano guide sagge delle nuove generazioni, per gli evangelizzatori e i catechisti. Infine per i membri del dicastero perché tutti contribuiamo all’annuncio del Vangelo.

La consegna di targhe e onorificenze

Al termine della celebrazione eucaristica il prefetto del dicastero Paolo Ruffini, affiancato dal segretario padre Lucio Adrian Ruiz e dai responsabili delle varie direzioni, hanno insignito con delle onorificenze alcuni dipendenti, donne e uomini, giornalisti, colleghi del settore tecnico, amministrativo e logistico del Dicastero, oltre ad aver consegnato alcune targhe in ricordo di anniversari, in particolare in occasione dei 90 anni del Programma italiano, francese e latino, dei 70 anni del Programma albanese e dei 60 di quello tigrino.