Fausta Speranza – Città del Vaticano
Dopo il voto di domenica 26 settembre, in Germania sono iniziati i negoziati per la formazione di una nuova coalizione di governo, che quest’anno sembrano più complessi del solito. Il Partito Socialdemocratico (SPD) e l’Unione Cristiano Democratica (CDU) – il partito della cancelliera Angela Merkel – sono quelli che hanno ottenuto più voti, ed entrambi avrebbero il peso politico e i numeri per guidare una eventuale coalizione. L’SPD si conferma primo partito, con il 25,7 per cento dei consensi ma la distanza con la CDU/CSU è poca. Ovviamente insieme avrebbero i seggi per governare ma dal Paese è giunto un segnale di cambiamento che lascia immaginare che sia esclusa questa ipotesi di grande coalizione. Per altre coalizioni, sia l’SPD che in caso la CDU avrebbero comunque bisogno del sostegno dei Verdi e del Partito Liberaldemocratico (FDP), che hanno raggiunto rispettivamente il 14,8 e l’11,5 per cento dei consensi.
Verdi e liberali ago della bilancia
“Gli elettori hanno parlato molto chiaramente. Hanno rafforzato tre partiti, i socialdemocratici, i verdi e i liberali, questi tre partiti dovrebbero guidare il prossimo governo”, ha dichiarato ieri il leader socialdemocratico Olaf Scholz. Ma non è ancora chiaro se e con chi decideranno di allearsi Verdi e FDP, che sono corteggiati sia dalla SPD che dalla CDU: i giornali tedeschi scrivono che potrebbero scegliere la SPD, che fra l’altro nel nuovo parlamento controllerà la maggioranza relativa dei seggi, ma non è scontato che riusciranno a mettersi d’accordo e a coesistere tra loro. Il leader dei liberali Christian Lindner ha annunciato “colloqui preliminari” con i Verdi, spiegando che nonostante le differenze i due partiti sono entrambi per il cambiamento: “Né la CDU/CSU né la SPD rappresentano una rottura” ha puntualizzato.
Dalla Chiesa arriva l’appello a considerare i valori prioritari
Nel cuore della Baviera, nell’antica città di Augusta, Augsburg, abbiamo incontrato il vescovo monsignor Bertram Johannes Meier:
Nelle parole di monsignor Meier tornano innanzitutto alcuni valori centrali per la Chiesa sempre e in particolare in questa fase storica: il rispetto della vita dal concepimento al termine naturale, la cura della casa comune di fronte alle urgenti sfide ambientali, l’attenzione ai poveri. Monsignor Meier spiega che anche in Germania si avverte la tendenza che drammaticamente si registra nel mondo: la continua esasperazione delle diseguaglianze, con l’aumento del numero dei poveri e l’accentuarsi della ricchezza dei più abbienti. E’ un fenomeno non solo inaccettabile ma rischioso, avverte il vescovo di Augsburg, spiegando che comporta tensioni ma che potrebbe causare vere e proprie fratture e contrapposizioni a livello sociale.
Si deve poi ragionare sul piano internazionale perché la Germania è un Paese che ha un peso notevole all’interno dell’Ue e un ruolo significativo negli equilibri mondiali. Per questo monsignor Meier spiega quanto sia importante che non passi troppo tempo nell’attesa di un nuovo governo. C’è bisogno di chiarezza e di stabilità e di non lasciare una situazione di sospeso istituzionale perché – sottolinea – non è abituale per il popolo tedesco, ma anche perché il mondo guarda alla stabilità della Germania.