Antonella Palermo – Città del Vaticano
Forte è il ringraziamento e la gioia per aver incontrato e ascoltato Papa Francesco nelle parole di monsignor Vladimír Fekete, salesiano slovacco, Prefetto apostolico in Azerbaijan , tra i presenti nella cattedrale di San Martino a Bratislava. A causa della pandemia per due anni non è potuto tornare nella sua città natale e ora l’entusiasmo è raddoppiato. Con molta attenzione ha ascoltato il discorso pronunciato dal Papa rivolto a vescovi, sacerdoti, religiosi, seminaristi e catechisti.
Cercare nuovi modi per diffondere il Vangelo
Fekete scandisce le parole emerse dal discorso del Papa che conserverà per la sua missione: libertà, creatività e dialogo. “Dobbiamo molto rivalutare la libertà che abbiamo ricevuto da Dio – osserva – e dobbiamo aiutare i giovani a usare bene la libertà. Come i nostri patroni Cirillo e Metodio hanno con grande creatività portato il Vangelo in questi Paesi, anche noi dobbiamo cercare nuovi modi di essere forti sotto questo profilo. E poi c’è l’invito al dialogo. Tanti siamo chiusi nei nostri pregiudizi”.
Guardare a tutta l’umanità fraternamente, senza sospetto
Il religioso commenta la sottolineatura del Papa ad essere cristiani responsabili: “Sono quelli che non pensano di essere loro il centro della vita. Il centro è Gesù”, osserva. “I cristiani responsabili sono quelli che guardano a tutti, anche a chi professa altre fedi, come a dei loro fratelli, senza sospetto”. Nel sottolineare l’incoraggiamento e la grande partecipazione a questo momento della visita del pontefice, si sofferma sulla definizione che, a braccio, il Papa ha dato della Slovacchia: una poesia. “E’ una cosa bella quella che ha detto il Papa perché abbiamo sulle spalle una storia fatta di tanti dolori, difficoltà e problemi ma poi ci sono le bellezze della cultura e della natura. La poesia è una cosa che tocca il cuore – dice Fekete – speriamo che saremo la poesia per il bene di tutta l’Europa e per lodare il Signore”.