Debora Donnini – Città del Vaticano
A dieci giorni dal terremoto che ha devastato il cuore della Croazia, proseguono gli eventi sismici. Una nuova scossa di magnitudo 3.8, si è registrata ieri nella zona di Petrinja, la cittadina a una cinquantina di km a sudest di Zagabria che è stata semidistrutta dal forte sisma di magnitudo 6.4 del 29 dicembre scorso, il cui bilancio è stato di sette morti, una trentina di feriti e ingenti danni. Si è trattato del terremoto più forte registrato in questa area negli ultimi 140 anni. Le autorità hanno deciso di chiudere il centro della città per ragioni di sicurezza, nel timore di eventuali nuovi crolli.
Il progetto Caritas
Intanto Caritas Internationalis lancia un appello di 880.000 euro per permettere a Caritas Croazia di fornire alloggi alle persone colpite dal terremoto e assicurare condizioni di vita dignitose. “La gente vive in un costante stato di paura e stress. Il sisma ha interessato una vasta area di circa 2000 chilometri quadrati”, racconta Suzana Borko, vicedirettrice di Caritas Croazia. E mentre oltre duecento volontari della Caritas continuano a distribuire cibo e kit igienici, si elaborano piani a lungo termine. “Vogliamo aiutare le persone a ricostruire le loro case e le loro comunità”, continua la vicedirettrice di Caritas Croazia.
Il progetto Caritas, della durata di otto mesi, aiuterà inizialmente circa 200 famiglie, fornendo alloggi prefabbricati e al tempo stesso aiuti finanziari e tecnici, al fine di consentire alle persone di riparare le proprie abitazioni. Molte delle persone colpite nelle zone rurali preferiscono, infatti, rimanere nelle vicinanze dei loro raccolti e del loro bestiame, così dormono nei fienili, nelle loro automobili oppure tra le macerie delle loro abitazioni. L’intenzione di Caritas Croazia è, quindi, di aiutarli a ricostruire le loro case e comunità in modo che possano vivere in condizioni di sicurezza e dignità.
Suzana Borko segnala anche che fino al 90 percento delle case nei villaggi tra Petrinja e Glina ha subito danni. Un’ulteriore sfida consiste nel fatto che ad ogni nuova scossa le abitazioni devono essere nuovamente esaminate per verificare che siano ancora agibili. Nonostante le difficoltà, si intravedono dei segni di speranza. “In questo momento tanto difficile – afferma la Borko – è davvero miracolosa la grande solidarietà mostrata nel nostro Paese. In moltissimi stanno inviando cibo, vestiti e materiali edili nelle zone colpite”.
La visita del nunzio apostolico
A visitare le zone colpite dal terremoto, è stato anche il nunzio apostolico in Croazia, monsignor Giorgio Lingua, accompagnato dal vescovo di Sisak – la diocesi più colpita dal sisma – monsignor Vlado Košic. Il rappresentante pontificio, che ha visitato anche il centro di distribuzione della Caritas diocesana, ha incontrato i volontari con il direttore della Caritas, padre Fabian Svalin, definendo il loro impegno “un segno di speranza che aiuta a capire che alla radice dell’uomo c’è sempre il bene”. Durante il sopralluogo il nunzio e il vescovo si sono recati anche nell’area della cattedrale distrutta di Sisak. Da parte sua monsignor Košić ha ringraziato la Santa Sede e il nunzio per “la vicinanza in questi tempi difficili per il nostro popolo e la nostra diocesi, nonché per l’aiuto spirituale e materiale che arriva da tutto il mondo su sollecitazione del Santo Padre. Sono d’accordo con il nunzio che questo evento ci insegna quanto siamo fragili e come dovremmo lavorare per un mondo migliore “.
Chiunque desidera sostenere l’opera di Caritas in Croazia può farlo donando qui: https://www.caritas.org/donate-now/croatia-earthquake/