Marina Tomarro – Città del Vaticano
Un incontro per capire come camminare insieme lungo le vie della pace e della prosperità, soprattutto in un momento difficile come quello attuale, con una pandemia che se da una parte ha portato a maggiori restrizioni tra i Paesi, dall’altro ha intensificato l’urgenza e l’importanza della cooperazione internazionale. Vuole essere questo l’obiettivo del Korea Global Forum for Peace, a cui vi partecipano ricercatori esperti e funzionari governativi di oltre venti Paesi, dove, sin dalla prima edizione del 2010, il filo conduttore è stato proprio la pace e l’unificazione della Penisola coreana. All’incontro parteciperà con un videomessaggio anche il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, con un intervento sul tema “Il ruolo della Chiesa per costruire la pace nella Penisola coreana”.
Uno sguardo verso il futuro
E per mantenere una convivenza pacifica diventa particolarmente importante la cooperazione con la comunità internazionale. Inoltre quest’anno ricorre anche il trentesimo anniversario dell’Accordo di base intercoreano e il trentesimo anniversario dell’ammissione della Corea del Sud e del Nord all’Onu. Per queste due ricorrenze il Forum vuole ricordare quanto questo accordo è servito come fondamento dell’unificazione pacifica nella penisola coreana, e per allargare lo sguardo verso il futuro del Paese e per le sue relazioni con la comunità internazionale.
Un segnale di riapertura e dialogo
“Il forum è molto importante, perché segna la riapertura del dialogo delle due Coree che si era interrotto lo scorso anno, dopo una prima apertura che sembrava abbastanza promettente”, spiega Nunziante Mastrolia, esperto di politica internazionale. “Il fatto che le due Coree abbiano ripreso a parlarsi è una cosa molto importante, anche perché in Corea del Nord la situazione è molto preoccupante, sia per quanto riguarda la questione economica che la condizione sanitaria a causa della pandemia. Resta tuttavia il dubbio, su quanti risultati reali possano portare questi colloqui, perché in realtà sono due i grandi nodi su cui si andrà a controbattere: il primo è la denuclearizzazione, e penso che sia impossibile parlare di unificazione delle due Coree, fin quando quella del Nord continuerà a fare test nucleari e a mantenere il proprio programma di dotarsi di un’arma atomica. E l’altra questione è la crescente tensione tra Stati Uniti e Cina”.
La questione spinosa del nucleare
In questi giorni proprio la questione nucleare è tornata attuale. Infatti secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite, la Corea del Nord sembra aver riavviato le operazioni in una centrale elettrica in grado di produrre plutonio per armi nucleari. L’Aiea ha affermato che indizi, come lo scarico dell’acqua di raffreddamento, osservati all’inizio di luglio indicano che l’impianto è attivo. “Non è un comportamento strano da parte del governo coreano, – sottolinea Mastrolia – diciamo che è possibile aspettarsi un gesto del genere, che è stato fatto già altre volte. Ma questo vuol dire anche che si aprono le trattative di pace, e il segnale lanciato di riattivazione di una centrale può essere interpretato alla fine come positivo. Il grande tema su cui dobbiamo mantenere l’attenzione alta è il ritiro delle truppe americane dall’Afganistan, e che potrebbe portare a delle ripercussioni anche in quelle zone”.