Sudafrica, l’appello del Papa: basta violenze, lavorate per la pace

Vatican News

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Le cronache, e lo stesso presidente Ramaphosa, ne parlano come della crisi interna peggiore dagli anni Novanta. È un Sudafrica che brucia tra saccheggi, arresti, disordini a catena, scontri tra manifestanti e agenti e morti, troppi morti, un bilancio terribile che supera le 200 unità. La miccia, l’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma, il 7 luglio scorso, mentre su un altro versante il Sudafrica è la terra sotto speciale osservazione per i contagi da Covid, giacché è in quell’area che si è sviluppata una delle varianti del virus più studiate.
 

Il Papa che torna ad affacciarsi alla finestra del suo studio su Piazza San Pietro dopo il ricovero al Gemelli – e con la voce che tradisce è consapevole e soprattutto addolorato per questo scenario che somma drammi diversi e dalla finestra su Piazza san Pietro fa sentire la propria vicinanza:

In quest’ultima settimana sono giunte purtroppo notizie di episodi di violenza che hanno aggravato la situazione di tanti nostri fratelli del Sudafrica, già colpiti da difficoltà economiche e sanitarie, a causa della pandemia.

Sullo sfondo di questa crisi sudafricana – che lega in una spirale Johannesburg a molte altre località, comprese Durban e il quartiere di Mandela, Soweto – si intrecciano le conseguenze e il malcontento per un mosaico di insicurezza e povertà che ha molti tasselli: dalla disoccupazione, alle carenze di cibo e medicine, a risentimenti di tipo politico. Da Francesco l’appello, fatto a una sola voce con l’episcopato locale, è per un cambio radicale di rotta.

Unitamente ai vescovi del Paese rivolgo un accorato appello a tutti i responsabili coinvolti perché lavorino per la pace e collaborino con le autorità per fornire assistenza ai bisognosi. Che non sia dimenticato il desiderio che ha guidato il popolo del Sudafrica per rinascere nella concordia tra tutti i suoi figli.