Michele Raviart – Città del Vaticano
A tre giorni dall’assassinio del presidente Jovenel Moise le autorità di Haiti chiedono a Stati Uniti e Nazioni Unite di inviare delle truppe in protezione delle infrastrutture strategiche del Paese. “Abbiamo bisogno di assistenza e chiediamo aiuto ai nostri partner internazionali”, ha affermato in un’intervista all’Associated Press il primo ministro ad interim di Haiti, Claude Joseph.
“I mercenari possono distruggere il Paese”
Un appello a proteggere i siti strategici ed evitare che vengano sabotati e a condurre il Paese verso nuove elezioni è stato rivolto dal ministro delegato alle elezioni Mathias Pierre.“Pensiamo che mercenari possano distruggere le infrastrutture per creare il caos nel Paese”, ha detto, ribadendo che “durante un colloquio col Segretario di Stato americano e con l’Onu abbiamo quindi fatto questa richiesta”.
Identificati gli assassini di Moise
Dagli Stati Uniti, che già nel 1915 erano intervenuti nel Paese caraibico dopo l’omicidio dell’allora presidente Vilbrun Guillaume Sam, fonti dell’amministrazione affermano che non c’è nessun piano al momento di fornire assistenza militare al Paese, che ancora fatica a riprendersi dal terremoto del 2010, anche se saranno inviati degli uomini degli FBI per indagare sull’omicidio del presidente Moise. Ancora non sono chiari infatti i mandanti e il movente dell’assassisinio, compiuto da un commando di 28 persone, identificati in 26 cittadini colombiani e due statunitensi di origine haitiana.