Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Non sarà una ricerca facile, quella della “Bernadette italiana”, la giovanissima interprete della piccola santa che a Lourdes, dall’11 febbraio al 16 luglio 1858, vide e parlò con la Vergine Maria nella grotta di Massabielle. Tanto successo il musical lo ha riscosso in Francia. Dal 5 luglio, nella Sala Umberto di Roma, il produttore Roberto Ciurleo e il regista Serge Denoncourt la stanno cercando tra più di cento candidate, insieme ad altri duecento aspiranti per tutti i ruoli dello spettacolo, in vista di un debutto programmato per ottobre 2022.
“Cerchiamo un ragazza con luce e carisma particolari”
“Per Bernadette sarà un po’ complicato – spiega a Vatican News il regista canadese, che in Italia ha collaborato con Arturo Brachetti ed Eros Ramazzotti, ha lavorato con gli artisti del Cirque du Soleil, realizzato spettacoli lirici con l’Opéra de Montréal, ma anche un musical con giovani rom a Belgrado – perché cerchiamo una ragazza che abbia talento, ma anche una luce e un carisma particolari”. Ma non dovrà essere una sosia italiana di Eyma, che ha incantato il pubblico nei panni della quattordicenne contadina dello sperduto villaggio ai piedi dei Pirenei francesi, interpretando brani come “Porquoi moi?” (Perchè io?) e “Aquerò” (Quella cosa, come la veggente in dialetto chiamava l’apparizione della Vergine).
In scena la prima volta nella primavera 2019 a Lourdes
“Assolutamente no – spiega Denoncourt – ho scelto la ragazza francese perché sono rimasto colpito più dalla sua energia che dal suo volto. Nel musical, più del viso, è importante il carattere della cantante”. In scena dalla primavera del 2019 a Lourdes, in occasione del 175° anniversario della nascita di Bernadette, lo spettacolo impreziosito dalle musiche di Grégoire e dalle scenografie di Stéphane Roy, ha appassionato più di 70 mila persone fino allo stop causa pandemia.
Il regista: una storia che piace anche a chi non crede
A fine novembre 2019, la produttrice Eléonore de Galard, ideatrice del progetto con Ciurleo e Grégoire, gli sceneggiatori Lionel Florence e Patrice Guirao, e gran parte del cast, hanno incontrato Papa Francesco al termine di una udienza generale e intonato per lui il brano “Madame”. Con il regista Denoncourt parliamo anche del segreto del successo del musical, che segue “alla lettera” la storia di Bernadette, basandosi su documenti dell’epoca, come i verbali degli interrogatori della piccola contadina tenuti dal commissario di polizia Jacomet, conservati negli archivi del Santuario. C’è insomma tutto il difficile percorso di un’adolescente come tante del suo tempo, che dopo gli incontri con “la Signora vestita di bianco”, ha dovuto cercare di spiegare un’esperienza unica e difendere la sua storia davanti allo scetticismo di tanti adulti, con calma, umiltà e tanta forza.
Come sta andando la ricerca degli interpreti italiani del musical Bernadette? Sono arrivate molte candidature per i personaggi principali?
Qualche centinaia: è andata bene. Il talento c’è in Italia, non è questo il problema, i cantanti e attori ci sono. Per Bernadette è un po’ più complicato, perché cerchiamo una cosa molto precisa: una ragazza che abbia talento, ma che abbia anche una luce e un carisma particolare. Allora dobbiamo vedere tante giovani cantanti: il processo di ricerca del personaggio di Bernadette è un po’ più lungo.
Per la protagonista cercate una voce e un viso che sia simile alla Bernadette francese?
Assolutamente no. La ragazza francese l’ho scelta perché mi ha colpito, mi ha interessato più la sua energia che la sua faccia. Il volto alla fine non mi interessa tanto, è più importante il carattere e l’energia della cantante, che il viso.
Qual è il segreto del successo del vostro musical?
E’ difficile rispondere… Io non sono uno che crede tanto, e allora, quando mi hanno chiamato per fare questo spettacolo, ho cercato un modo per piacere a quelli che credono ma anche a quelli che non credono. Secondo me il successo è arrivato perché questa storia è universale, di una bambina che raggiunge alla fine del suo sogno, non importa qual’è il suo sogno. Che non era d’accordo con gli adulti intorno a lei, che ha visto qualcosa, e lo dirà fino alla fine della sua vita. Che l’abbia visto o no, non è tanto importante, la cosa importante è che Bernadette l’ha creduto, in modo tanto forte che ci sono milioni di persone ora che vanno a Lourdes. Lo spettacolo è più storico che cristiano o religioso, perché volevo raccontare proprio la storia di Bernadette.
E’ proprio questo che rende attuale la figura di Bernadette, e non tanto le belle musiche, le canzoni coinvolgenti e le scenografie studiate?
Secondo me, la cosa che rende la storia di Bernadette moderna e attuale, è che è la storia di una adolescente che va contro l’autorità e questa è la storia di tutti gli adolescenti del mondo. Io ho visto molti adolescenti, tanti italiani allo spettacolo e vedo che questi adolescenti si riconoscono nella figura di Bernadette, perché è un adolescente abbastanza normale. Certo, è diventata una santa, ma all’inizio era un adolescente che aveva la sua storia e che la voleva condividere e non era una santa per niente.
Cosa l’ha convinta a buttarsi nel progetto? c’è un legame con il musical che ha creato a Belgrado coinvolgendo giovani rom e artisti internazionali?
Io ho provati a fare tante cose diverse, nella mia carriera. Ho fatto l’opera lirica, ho lavorato con questi bambini rom abbastanza poveri, ho fatto il Cirque du Soleil, e quando mi hanno chiamato per Bernadette, ho detto: questo spettacolo non è per me, per niente. Però mi hanno portato a Lourdes, e ho visto gli archivi con gli interrogatori di Bernadette dal commissario Jacomet. Mi sono messo a leggerli e ho visto fino a che punto questa bambina era onesta, fino a che il punto era forte, molto molto forte. E poi questo non è un racconto, sono proprio i documenti originali degli interrogatori. Ho detto: se usiamo le parole di Bernadette, proprio le sue, e raccontiamo la sua vera storia, lo faccio. E allora l’ho fatto!
Cosa le resta dell’anno di spettacoli a Lourdes? Cosa l’ha colpita di più tra le reazioni del pubblico?
E’ stato un grande viaggio, perché c’era tutta la gente che crede, che ama Bernadette, ma poi ha suscitato la curiosità di quelli che dicevano: “Uno spettacolo su Bernadette non mi interessa, però lo vado a vedere”. Questa gente nuova che è venuta a Lourdes l’ho vista piangere, emozionarsi e questa per me è la grande cosa: che raccontiamo tutti insieme la storia storica di una bambina incredibile. E che ora tocca anche i giovani. Perché quando vai a Lourdes si parla molto della Madonna, ma poco di Bernadette. Con lo spettacolo abbiamo rimesso Bernadette nella storia di Lourdes, e la sua storia è assolutamente incredibile.
Quindi è un messaggio anche per i giovani: non mollate mai, se avete una condizione che volete portare avanti…
Esatto. E questo messaggio, che mi piace molto, è in relazione con il lavoro che ho fatto con i Rom in Serbia. Gli dicevo: dovete credere in voi, per prima cosa, e poi al nostro progetto.
Da aprile 2022 di nuovo a Lourdes, poi in ottobre a Roma
Sospeso durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19, il musical “Bernadette de Lorides” tornerà in scena nella città dei Pirenei francesi da aprile 2022, e vi resterà per essere riproposto ogni anno. In questo momento si può assistere ad un recital basato sulle canzoni principali dello spettacolo. Il debutto della versione italiana è previsto per l’ottobre del 2022 al Teatro Brancaccio di Roma.