Morto il cardinale Cornelius Sim. Francesco: “Un fedele servitore del Vangelo”

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Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Una vocazione “tardiva”, la prima “chiamata” agli studi di ingegneria poi a mettersi in modo imprevisto a servizio della Chiesa. Il cardinale Cornelius Sim è scomparso dopo la lotta contro una grave malattia, che lo ha debilitato rapidamente da quando era stato ricoverato lo scorso 8 maggio al Chang Gung Memorial Hospital, a Taiwan. Assieme allo sconcerto della piccola comunità cattolica locale, emerge anche il profilo di un uomo impegnato a diffondere il Vangelo con passione nella sua veste di primo responsabile del Vicariato apostolico del Brunei, piccolo impero tropicale del Borneo ricchissimo di petrolio e affacciato sul Mar Cinese Meridionale.

L’ingegnere teologo

Diventa sacerdote a 38 anni, dopo aver studiato ingegneria alla Dundee University in Scozia. Lui è originario di Seria, in Brunei e da ingegnere studia teologia perché vuole rendere più solida la propria fede, finché un giorno il vescovo non gli propone di indossare la tonaca. Quando si decide per il seminario, Cornelius Sim è il secondo sacerdote cattolico locale. Nel 1988 perfeziona i nuovi studi negli Stati Uniti, alla Franciscan University di Steubenville in Ohio, poi torna in patria e l’anno dopo comincia ufficialmente il suo ministero. Sei anni più tardi è già vicario generale del Brunei e nel novembre del ‘97 Giovanni Paolo II lo nomina a capo della Prefettura apostolica del sultanato, divenendo poi vescovo nel 2005.

Porpora di periferia

A monsignor Sim piace l’idea di servire la sua terra e in senso più ampio un continente, l’Asia, che – dice spesso – è affamato di Dio. E Cornelius Sim è un uomo che piace a Francesco, il suo profilo di pastore di periferia, dove la maggioranza dei residenti è musulmana e i circa 20 mila cattolici del Vicariato – fede diffusa dai francescani verso la fine del Cinquecento – hanno quattro preti e tre parrocchie. Ed è per questo, racconterà, che la scelta del Papa di crearlo cardinale l’anno scorso lo sorprende non poco. Per ringraziarlo – poiché la pandemia non gli consente di andare a Roma a ricevere la berretta dal Papa – lo scorso dicembre gli fa consegnare tramite il cardinale Tagle una statuina di “Maria, regina del cielo e della terra”, titolo con cui viene venerata dalla piccolissima comunità del Brunei. Anche la statuina – aveva detto portandola a Francesco il cardinale filippino lo scorso 18 dicembre – aveva subito i ritardi imposti dalle restrizioni. Adesso è nella “dimora del Vescovo di Roma” a ricordare una piccola Chiesa dalla “fede molto radicata”.