Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
La preghiera del Papa, dopo la recita del Regina Coeli, si rivolge alle popolazioni di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, “costrette a fuggire a cauas dell’eruzione del grande vulcano Nyiragongo”. Si è intanto fermata alla periferia nord-est della città, la colata di lava scesa sulle pendici del vulcano. L’eruzione, iniziata sabato sera, nel suo percorso ha distrutto gran parte della collina a nord della città della Repubblica Democratica del Congo, distruggendo le case di alcuni sobborghi e provocando la fuga di migliaia di persone, molte dirette verso il vicino confine con il Ruanda. Le autorità del Paese avevano ordinato l’evacuazione di parte della città, una zona dove ufficialmente vivono 650 mila persone, ma dove in realtà, con le aree circostanti, la popolazione arriva anche a due milioni. La precedente eruzione di Nyiragongo, 19 anni fa, era il 2002, aveva ucciso oltre 100 persone e ne aveva lasciate 120mila senza tetto.
Dal cratere ancora fumo e fiamme
Il Nyiragongo è uno dei vulcani più attivi e più pericolosi del mondo. L’eruzione di sabato, che ha anche raggiunto la pista dell’aeroporto, sembra essere stata causata dall’apertura di fratture nel fianco del vulcano, che hanno causato colate di lava in varie direzioni. Dal cratere continua ora la fuoriuscita di fumo e fiamme. Il presidente congolese, Felix Tshisekedi, ha deciso di interrompere il suo viaggio diplomatico in Europa per tornare in patria e “supervisionare il coordinamento dei soccorsi”.