Adriana Masotti – Città del Vaticano
Si è tenuta questo pomeriggio la celebrazione eucaristica in occasione dell’apertura della fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio Giampiero Morettini vissuto tra il 1977 e il 2014. A presiedere la Messa, nella Cattedrale di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana.
Il sogno della santità
Nell’omelia il porporato, rivolgendosi ai familiari di Giampiero, alle autorità e ai fedeli presenti, ha ricordato come Dio abbia per ciascuno di noi un sogno, “e il suo sogno è la nostra felicità”. Anche la nostra vita, in fondo, dipende dai nostri sogni e dai nostri desideri, ha proseguito, ma spesso dentro di noi c’è un groviglio di sentimenti e di desideri, “abbiamo quindi bisogno – ha osservato – di un ‘principio unificatore’ che metta ordine nel groviglio interiore e che illumini la via giusta. Questo principio è lo Spirito Santo, che viene in aiuto alla nostra debolezza”. Il sogno di Dio e la meta della nostra vita, ha detto ancora il presidente della Cei, è la santità e in questa Pentecoste “contempliamo il frutto dello Spirito Santo così come si è manifestato, così come è fiorito, nella vita di un giovane uomo, un figlio della nostra terra che aveva un desiderio: diventare santo”.
L’incontro che gli cambia la vita
Il cardinale descrive Giampiero Morettini “allegro e sincero, lavoratore instancabile, onesto e creativo”, uno che come tutti sognava un buon lavoro e una bella famiglia. Ma l’incontro con una religiosa gli cambia improvvisamente la vita, lui stesso scriverà che ‘la sua è stata una vita bella, non sprecata anche se recuperata, anzi riacchiappata da Dio’. Da quel momento per Giampiero inizia una vita cristiana spirituale intensa e di servizio fino a maturare pian pian il desiderio di fare della propria vita un dono a Dio diventando sacerdote. “E veramente Giampiero ha regalato la sua vita a Dio – afferma Bassetti – : lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria”. Fedeltà, semplicità, tenacia, generosità lo stile delle sue giornate.
Nella sofferenza infondeva coraggio agli altri
Arriva poi l’ora della sofferenza. Il cardinale Bassetti afferma: “non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare”. Capisce che la morte è prossima e si abbandona nelle mani del Padre. “Giampiero muore il 21 agosto 2014 – conclude la sua omelia il cardinale – facendo fino in fondo la volontà del Padre, in una offerta di sé consapevole e serena”. Aveva scritto nel suo testamento: “Tu conosci il mio grande e unico desiderio che è quello di diventare Santo”.