Il Papa: triste vedere istituti religiosi cadere in ideologie di destra o sinistra

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Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Non perdersi in “formalismi”, in “paure” e, soprattutto, in “ideologie” perché “è triste vedere come alcuni istituti, per cercare certa sicurezza, per poter controllarsi, siano caduti in ideologie di qualsiasi tendenza, di sinistra, di destra, di centro, qualsiasi tendenza”. Papa Francesco apre con un videomessaggio i lavori della 50.ma Settimana nazionale per Istituti di Vita Consacrata, al via oggi fino al 17 maggio: “49° o 50° perché l’anno scorso non si è potuta fare”, dice il Pontefice all’inizio del suo filmato. Ringrazia anzitutto il cardinale spagnolo Aquilino Bocos Merino perché, grazie a lui, è iniziata la Settimana di Vita Religiosa, quando “dalla rivista Vita Religiosa, ha iniziato a smuovere l’ambiente”.

Il Papa vuole “ringraziare pubblicamente don Aquilino, il sacerdote, il religioso, che non ha mai smesso di essere religioso e sacerdote, e che sempre serve la Chiesa così”. “Desidero ringraziare questo seminare continuamente l’inquietudine di comprendere la ricchezza della vita consacrata e farla fruttificare. Non solo comprendere, ma viverla. Non solo teoria, no, pratica. In ogni caso, catechesi per praticarla meglio”, aggiunge.

Un programma ricco di esperienze universali e di “limiti”

Francesco si dice poi “vicino” ai partecipanti ed esprime l’apprezzamento per il programma ricco di interventi di “gente che ha molta esperienza di vita religiosa, ed esperienza universale, ed esperienza del limite”. Un esempio – che il Papa cita – è suor Liliana Franco Echeverri, presidente della Confederazione latino-americana dei religiosi (CLAR), che riporterà in questi giorni di lavori “il limite in America Latina, emerso tante volte durante il Sinodo sull’Amazzonia”; oppure il cardinale Cristóbal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, che racconta “il limite con il mondo islamico”.

Dialogare con la realtà, per non diventare sterili

Nel video, Papa Francesco si rivolge poi direttamente ai consacrati ai quali ricorda l’importanza della dimensione del “dialogo con la realtà” e della “riflessione su ciò che succede”. Importante perché quando si perde questa dimensione, la vita consacrata “inizia a diventare sterile”.

“M’interrogo sulla sterilità di alcuni istituti di vita consacrata, vedere la causa, generalmente sta nella mancanza di dialogo e di impegno con la realtà. Non trascurate ciò, la vita consacrata è sempre un dialogo con la realtà. Qualcuno dirà: “Sì, ora questa forma moderna”… No!”

Pen siamo a santa Teresa che “vide la realtà e fece una opzione di riforma e andò avanti”. “Nel corso del cammino – rammenta il Pontefice -, ci furono tentativi di trasformare quella riforma in chiusura, sempre ci sono. Ma la riforma è sempre cammino, è cammino in contatto con la realtà e orizzonte sotto la luce di un carisma fondazionale”. E iniziative come queste giornate, “aiutano a perdere la paura”.

Triste cadere in ideologie

Il Papa si dice inoltre “triste” nel vedere come alcuni istituti, per una maggiore sicurezza e controllo “siano caduti in ideologie di qualsiasi tendenza, di sinistra, di destra, di centro, qualsiasi tendenza”.

“Quando un istituto si riformula del carisma nell’ideologia perde la sua identità, perde la sua fecondità.”

Mantenere vivo il carisma fondazionale

L’invito è pertanto a “mantenere vivo il carisma fondazionale è mantenerlo in cammino e in crescita, in dialogo con quello che lo Spirito ci viene dicendo nella storia dei tempi, nei luoghi, in diverse epoche, in diverse situazioni”. Questo presuppone “discernimento” e “preghiera”, perché “non si può mantenere un carisma fondazionale senza coraggio apostolico, ossia senza camminare, senza discernimento e senza preghiera”.

Non si tratta, dice il Papa, di “riunirsi per suonare la chitarra e dire ‘che bella la vita consacrata’”. Sì, “suonate la chitarra di tanto in tanto perché fa bene cantare, fa bene, come dice sant’Agostino, ‘canta e cammina’, fa bene”, ma bisogna stare attenti a “non perderci in formalismi, in ideologie, in paure, in dialoghi con noi stessi e non con lo Spirito Santo”.

Non avere paura di limiti e frontiere

“Non abbiate paura dei limiti!”, è l’incoraggiamento conclusivo del Vescovo di Roma. “Non abbiate paura delle frontiere! Non abbiate paura delle periferie!”. Proprio lì “lo Spirito vi parlerà”. Perciò ogni è bene mettersi “‘a portata di tiro’ dello Spirito Santo”.