La preghiera del Papa per padre Carlassare, missionario ferito a Rumbek

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Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Il Papa prega per Christian Carlassare. È stato il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ad informare della sollecitudine di Francesco per il 43 enne missionario comboniano ferito in un attentato in Sud Sudan, che il Papa stesso aveva scelto lo scorso 8 marzo come vescovo per la diocesi di Rumbek, città a maggioranza dinka, una delle etnie più numerose del Paese, dove padre Carlassare era stato accolto con gioia lo scorso 16 aprile. Il comboniano vicentino è fuori pericolo, ora si trova in ospedale a Nairobi, dove è stato sottoposto a trasfusione, dopo essere stato gambizzato da due uomini entrati nella sua abitazione due notti fa. Il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir ha chiesto alle autorità locali una rapida indagine sull’attacco che porti alla cattura dei criminali che hanno ferito padre Christian. “Le autorità non permetteranno – ha detto Salva Kiir – che l’azione di pochi criminali condizionino i piani della Chiesa”.

Il perdono di padre Carlassare

“Perdono chi mi ha sparato”, sono state le prime parole di Carlassare, la cui ordinazione a vescovo è prevista per il prossimo 23 maggio. Il missionario ha quindi invitato alla preghiera non per lui, “ma per la gente di Rumbek – ha detto – che soffre più di me”. Padre Christian è il vescovo italiano più giovane al mondo, posto alla guida di una diocesi che fu anche di un altro missionario comboniano, padre Cesare Mazzolari, morto nel 2011, pochi giorni prima della dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan, da quel momento la diocesi di Rumbek era rimasta sede vacante.

Sconosciuto il movente

Restano ancora sconosciute le possibili ragioni dietro all’attentato, 24 le persone finora arrestate perché sospette. Le indagini non vanno nella direzione di una rapina finita male, poiché non ci sarebbe stato furto. A soccorrere per primi il sacerdote sono stati i sanitari dell’organizzazione Medici per l’Africa Cuamm, il cui compound è vicino a quello della Curia, il che ha permesso un pronto intervento e di poter scongiurare il peggio.  La zona di Rumbek è da anni dilaniata da conflitti tribali che potrebbero essere all’origine dell’attacco al religioso.