“Questo è un tempo per rinnovarci e per andare all’essenziale, distinguendo ciò che conta da ciò che passa, quello che è necessario da quello che non lo è: vale sia per la Chiesa che per l’Università, ciascuno nel suo modo proprio”. Ne è convinto mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, che nel pomeriggio del 25 novembre è intervenuto all’incontro online rivolto al mondo della pastorale universitaria, promosso dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università. “È sulla fedeltà, rinnovata nelle forme, al senso profondo del nostro esistere che si misura la nostra risposta alla crisi aperta dalla pandemia”, ha osservato mons. Russo precisando che “non si tratta di “guardare indietro, ma di coniugare la consapevolezza delle nostre radici con l’apertura ai nuovi scenari”.
Per mons. Russo la grande sfida dell’Università è quella della “saggezza”: le istituzioni accademiche sono infatti chiamate ad essere “il lievito culturale e scientifico della società, aiutando i giovani (e non solo) a capire criticamente se stessi e il mondo che li circonda”. “L’enfatizzazione posta oggi sulla didattica a distanza, peraltro strategica in diverse circostanze, e sulle esigenze del mercato – ha ammonito – rischiano di contribuire a far perdere di vista l’autentica missione della cultura e della ricerca, che è rendere l’uomo più uomo, e l’umanità più umana”.
Occorre “fare tesoro dell’esperienza fatta con la tecnologia per costruire un’università più inclusiva”, gli ha fatto eco il prof. Gaetano Manfredi, ministro dell’università e della ricerca, per il quale l’università “può diventare una palestra in cui sperimentare come è possibile essere comunità anche con le tecnologie, facendo cioè in modo che esse non portino all’individualismo ma favoriscano la dimensione comunitaria”.
In questo tempo di pandemia “il sistema universitario ha dimostrato una grande resilienza e ha dato prova di saper rispondere al bisogno formativo”, ha fatto notare il prof. Manfredi per il quale “l’aumento del numero degli iscritti registrato nell’ultimo semestre è un segno di speranza e di fiducia da parte dei giovani e delle famiglie, che rappresentano il patrimonio da mettere al centro delle riflessioni future”. Secondo il ministro, il compito dell’università adesso è proprio quello di “costruire una nuova visione e una nuova speranza”.
Le istituzioni accademiche infatti “sono e devono essere luoghi di pensiero dove si costruiscono percorsi per comprendere cosa è accaduto, oltre che spazi di dibattito e di confronto, capaci di apertura nei confronti degli studenti che hanno approcci e metodi nuovi”, ha affermato da parte sua il prof. Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per il quale “l’università deve dare non solo competenze, ma soprattutto conoscenza critica”.