Simposio Teologico Internazionale: una riflessione sul sacerdozio

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Paola Simonetti – Città del Vaticano  

Un’ampia riflessione sul sacerdozio, in un contesto di cambiamento dei tempi e anche della Chiesa. Questo il nodo da cui intende partire il Simposio Teologico Internazionale: “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, organizzato dalla Congregazione per i vescovi dal 17 al 19 febbraio 2022. Domani mattina è prevista la presentazione dell’iniziativa in Sala Stampa vaticana. Un evento che intenderà avere un largo respiro coinvolgendo, nella sua analisi, tutta la Chiesa, come spiega Michelina Tenace, docente di Teologia all’Università Gregoriana.

Ascolta l’intervista alla professoressa Michelina Tenace

R. – Il Simposio è prevalentemente un Simposio sulle vocazioni, ed è interessante capire che si presenta nel contesto di un cammino sulla sinodalità, voluta da Papa Francesco. In questo cammino tutti i fedeli sono chiamati a mettersi in gioco, a rivedere su che cosa è fondata la loro vocazione. Questo Simposio è stato animato principalmente dal cardinale Oullet, prefetto della Congregazione per i vescovi, che dice che i destinatari principali dell’iniziativa sono i vescovi. Questo fa intuire l’importanza particolare del tema per tutta la Chiesa. Il cardinale dice anche che è particolarmente urgente rilanciare la questione del sacerdozio, “una questione cruciale – afferma il porporato – per il nostro tempo”. Il Simposio allora vuole aiutare a capire perché la questione del sacerdozio è così cruciale per il nostro tempo. E’ interessante perché, vuol dire che la questione sacerdozio non colpisce solo alcune persone che come preti sono in difficoltà ma riguarda la trasformazione che è in atto nella Chiesa tutta, e la Chiesa tutta va capita come un corpo animato dalla vita dello Spirito, un corpo vivo dove ogni membro deve seguire, deve rilanciare lo slancio di vita lì dove il Signore lo ha chiamato, dove si trova.

Che si intende per teologia fondamentale? Quali sono le sfide nell’attuale scenario mondiale?

R. – Bisogna partire dal capire qual è il fondamento teologico del sacerdozio. La risposta potrebbe sembrare molto semplice perché il fondamento è il sacerdozio di Cristo ma in realtà non è così semplice. Dice proprio Papa Francesco il santo popolo di Dio unto dallo spirito è tutto sacerdotale. Allora il tema diventa interessante, perché se tutto il popolo di Dio è sacerdotale, se c’è un unico sacerdote che è Cristo, allora l’unico sacerdozio di Cristo che legame ha con il sacerdozio che chiamiamo ministeriale, quello degli ordinati, e il sacerdozio comune dei battezzati? Un Simposio sul sacerdozio ministeriale porterà a parlare per forza del sacerdozio comune, il battesimo. Allora i ministri ordinati sono indispensabili per la Chiesa, questo nessuno lo nega perché ci danno i sacramenti, l’Eucaristia, il perdono dei peccati, ma oggi si insiste molto per dire che un sacerdote da solo non è un sacerdote per sé. Il popolo di Dio è indispensabile perché esprime la vita che ci viene dall’Eucaristia, dal perdono, cioè una vita di carità, una vita di crescita dei carismi, di cultura, di bellezza. Quindi la teologia fondamentale del sacerdozio si concentrerà sul fatto che tutti siamo chiamati ad esprimere sulla terra la presenza di Dio. Questo è il tema del sacro. Allora ci sono tante questioni di attualità, tra queste è come declericalizzare il clero; è una sfida bella perché il clericalismo è derivato da una visione sbagliata del sacerdozio: il sacerdote come isolato, al di sopra di tutti.