È morto il teologo svizzero Hans Küng

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È morto oggi all’età di 93 anni nella sua casa a Tubinga, in Germania, il teologo svizzero Hans Küng. Nato a Sursee il 19 marzo 1928, viene ordinato sacerdote nel 1954. Tre anni più tardi, nella tesi per il dottorato sostiene la convergenza tra cattolici e riformati sulla dottrina della Giustificazione: in realtà, sostiene, si afferma la stessa cosa con diversi linguaggi.  Nel 1960 è professore ordinario presso la Facoltà di Teologia cattolica all’Università di Tubinga e successivamente prende parte al Concilio Vaticano II come esperto, dove ha l’occasione di confrontarsi con Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI.

Oltre ad essersi dedicato allo studio della storia delle religioni, in particolare quelle abramitiche, era noto per le sue posizioni in campo teologico e morale spesso critiche verso alcune tematiche della dottrina cattolica. In particolare, si esprime contro il dogma dell’infallibilità papale così come inteso dal Concilio Vaticano I. Nel 1979 gli viene revocata la facoltà di insegnare la teologia cattolica, ma continua a lavorare come professore emerito di teologia ecumenica all’Università di Tubinga.

L’incontro fra Benedetto XVI e Küng

 

Küng ha più volte criticato sia san Giovanni Paolo II che Benedetto XVI. All’inizio del Pontificato di Papa Ratzinger, avvenne un incontro tra i due a Castel Gandolfo, il 24 settembre del 2005. Nel darne notizia il Bollettino della Sala Stampa vaticana sottolineò che l’incontro si era svolto “in un clima amichevole”. “Entrambi le parti erano d’accordo che non avesse senso entrare, nel quadro dell’incontro, in una disputa circa le questioni dottrinali persistenti tra Hans Küng e il Magistero della Chiesa Cattolica”. Il colloquio si era concentrato su due tematiche che rivestivano “particolare interesse per il lavoro di Hans Küng: la questione del Weltethos (etica mondiale) e il dialogo della ragione delle scienze naturali con la ragione della fede cristiana”. Küng – proseguiva il comunicato della Sala Stampa – “ha sottolineato che il suo progetto di Weltethos non è affatto una costruzione intellettuale astratta; si mettono in luce piuttosto i valori morali circa i quali le grandi religioni del mondo convergono, nonostante tutte le differenze, e che possono essere percepibili quali criteri validi – atteso la ragionevolezza convincente di essi – dalla ragione secolare”. Da parte sua, Benedetto XVI aveva apprezzato “lo sforzo del Professor Küng di contribuire ad un rinnovato riconoscimento degli essenziali valori morali dell’umanità attraverso il dialogo delle religioni e nell’incontro con la ragione secolare”, sottolineando “che l’impegno per una rinnovata consapevolezza dei valori che sostengono la vita umana è pure un obiettivo importante del suo Pontificato”. Nello stesso tempo il Papa riaffermava il suo accordo circa il tentativo di Küng “di ravvivare il dialogo tra fede e scienze naturali e di far valere, nei confronti del pensiero scientifico, la ragionevolezza e la necessità della Gottesfrage (la questione circa Dio)”. Küng – concludeva il comunicato – esprimeva “il suo plauso circa gli sforzi del Papa a favore del dialogo delle religioni e anche circa l’incontro con i differenti gruppi sociali del mondo moderno”.

Nonostante questo incontro, le posizioni resteranno distanti su molteplici temi come il celibato sacerdotale, il sacerdozio femminile, la contraccezione, l’eutanasia.

Nelle sue ricerche Küng analizza anche il rapporto tra fede e scienza contestando le pretese di alcune teorie scientifiche di arrivare a certezze assolute. Negli ultimi anni rallenta la sua attività pubblica, fino a ritirarsi a vita privata, per motivi di salute.