Caravaggio, La Deposizione dalla Croce, pala d’altare, olio su tela, 1600-1604 ca., Musei Vaticani, Pinacoteca © Musei Vaticani
Un grido squarcia il silenzio del venerdì santo. E’ Maria di Cleofa con le braccia alzate al cielo. Con lei Maria Maddalena piange disperata, l’anziana Madre di Gesù ha il volto scalfito dal dolore e Giovanni sorregge e accarezza il corpo senza vita e livido del Maestro amato. Ad aiutarlo c’è Nicodemo con gli occhi rivolti verso chi guarda. Quasi un altorilievo che emerge dall’oscurità e cattura il momento in cui la morte sembra aver vinto, inondato dalla luce della grazia. La Deposizione di Caravaggio della Pinacoteca Vaticana fu dipinta per la Chiesa Nuova dei Filippini a Roma tra il 1602 e il 1604. I contrasti luce -ombra amplificano l’impatto emotivo così come l’angolatura della pietra del sepolcro: pietra scartata, pietra dell’unzione del corpo inerme, pietra angolare della futura Chiesa. Il valore eucaristico della concretezza del Corpo di Cristo, di michelangiolesca memoria, è al centro della riflessione di Caravaggio che con la potenza espressiva di questa tela, riconosciuta da subito come un capolavoro, ha ispirato generazioni di artisti.
(Benedetto XVI – Omelia , 29 aprile 2012)
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a cura di Paolo Ondarza