Vaccini: Oms e Ue propongono un trattato internazionale per la gestione delle pandemie

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Il momento di agire è ora. Il mondo non può aspettare la fine di questa pandemia per prepararsi a lottare contro la prossima”. Ad affermarlo è il direttore dell’Oms Tedros Ghebreyesus commentando la proposta  lanciata insieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel di istituire un trattato internazionale per la gestione delle pandemie.

L’obiettivo è coinvolgere tutti

Una “potente idea”, rilanciata sui giornali di tutto il mondo alla quale hanno aderito finora 26 Paesi, tra i quali il Regno Unito, che guida in questo momento il G7 e l’Italia, Paese presidente del G20. Molte ancora le assenze, tra cui quelle di Stati Uniti e Cina che, riferisce Ghebreyesus, hanno comunque “espresso reazioni positive e siamo fiduciosi di poter riuscire a coinvolgere tutti nel processo”.

Condividere informazioni e tecnologie

Un primo passo per capire l’effettiva fattibilità del progetto sarà l’Assemblea generale dell’Onu di maggio e l’obiettivo è quello di rendere il futuro trattato “radicato nella costituzione dell’Oms, attirando altre organizzazioni chiave, in sostegno del principio della salute per tutti”. “Gli strumenti sanitari esistenti, incluso il regolamento internazionale sulla salute, lo sosterrebbero, assicurando solide fondamenta sulle quali costruire”. Tra gli scopi preposti, ha spiegato Michel, più trasparenza per tutti sulle catene di approvvigionamento e il livello di produzione dei vaccini, oltre a una condivisione di informazioni e tecnologie.

Italia in linea con le vaccinazioni in Europa

Somministrare velocemente i vaccini è infatti la questione principale in questa fase della pandemia. In Italia sono state immunizzate circa 3 milioni di persone, inoculate 9 milioni e seicentomila dosi, pari all’86% di quelle distribuite. Duemila i punti vaccinali in tutto il territorio, aumentati in questo mese del 30%. “Siamo in linea con gli altri Paesi europei”, ha ribadito questa mattina a “Radio Vaticana con Voi” Roberto Cauda, direttore del dipartimento malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, “ma dovremmo fare molto di più poter raggiungere l’obiettivo di poter vaccinare 500 mila persone al giorno”.

Ascolta l’intervista di Giancarlo La Vella a Roberto Cauda

L’80% di vaccinati entro settembre

“L’obiettivo”, spiega ancora Cauda che ribadisce l’efficacia di tutti i vaccini a disposizione, “è arrivare, e ce la possiamo anche fare, ad una copertura del 60% a luglio, del 70% ad agosto e dell’80% a settembre. Tutto questo non vuol dire che la vaccinazione sarà completata a settembre però quando noi avremo una sufficiente massa critica di vaccinati, magari anche con una solo dose, ne è un esempio il Regno Unito che dimostra che comunque c’è una protezione”.

Biden: la guerra contro il Covid non è ancora vinta

Intanto nel mondo gli Stati Uniti hanno superato 550 mila vittime dall’inizio della pandemia e rimangono il Paese più colpito al mondo con 30 milioni di casi accertati. “La guerra contro il Covid è lungi dall’essere vinta”, ha affermato il presidente Joe Biden. “Non è questo il momento di festeggiare”, ha aggiunto, sottolineando come i progressi della campagna di vaccinazione non devono essere vanificati allentando completamente le restrizioni. In Sud America record di contagi in Argentina, 14 mila ieri e in Venezuela, 1,288.