L’unico satellite naturale della Terra, dopo aver raggiunto la minima distanza dal nostro pianeta a poco più di 357 mila chilometri, sarà visibile in tutto il suo splendore. Fratel Guy Consolmagno, direttore dell’osservatorio astronomico pontificio: “Guardare il Cielo è come pregare”
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
La giornata del 17 ottobre è anche un invito ad alzare gli occhi verso il cielo. La Superluna di ottobre, la terza delle quattro previste quest’anno, è la Luna piena più grande del 2024. Apparirà circa il 7% più grande e un po’ più luminosa della media. Il momento di osservazione ideale in Italia inizierà dopo le 18.00. Questo fenomeno, spiega il direttore della Specola Vaticana, Fratel Guy Consolmagno, si ripete ogni anno ma internet lo ha reso “famoso”. “La luna ogni mese è interessante ma tutti guardano i telefonini e nessuno guarda il cielo”.
Fratel Consolmagno spiega che nel creato e in tanti fenomeni cosmici possiamo scorgere una bellezza straordinaria “made in God”. La meraviglia può essere però offuscata: come affermato da Benedetto XVI nell’omelia per la veglia pasquale il 7 aprile del 2012, “oggi possiamo illuminare le nostre città in modo così abbagliante che le stelle del cielo non sono più visibili”. il direttore della Specola Vaticana invita a guardare il cielo e in particolare la Luna. Osservare le stelle “è come la pratica della preghiera: si può pregare solo una volta oppure ogni notte”. L’invito è quello di dedicare “due minuti ogni notte a guardare le stelle, la Luna vedendo i cambiamenti giorno dopo giorno”. “Questo – conclude Fratel Guy Consolmagno – è affascinante: se non si guarda mai il Cielo manca la cosa più importante”.
I Pontefici e la Luna
I Papi in più occasioni si sono riferiti alla Luna. Tra le pagine più recenti una delle più toccanti è legata all’allunaggio il 20 luglio del 1969. Neil Amstrong e Buzz Aldrin, due dei tre astronauti della missione Apollo 11, muovono i primi passi sul suolo lunare. La passeggiata del 1969 viene considerato uno degli eventi più rilevanti della storia del Novecento. Papa Paolo VI quel giorno all’Angelus ha pronunicato queste parole:
Oggi è un giorno grande, un giorno storico per l’umanità, se davvero questa sera due uomini metteranno piede sulla Luna, come Noi con tutto il mondo trepidante, esultante e orante auguriamo possa felicemente avvenire. Faremo bene a meditare sopra questo straordinario e strabiliante avvenimento; a meditare sul cosmo, che ci apre davanti il suo volto muto, misterioso, nello sconfinato quadro dei secoli innumerevoli e degli spazi smisurati. Che cos’è l’universo, donde, come, perché? Faremo bene a meditare sull’uomo, sul suo ingegno prodigioso, sul suo coraggio temerario, sul suo progresso fantastico. Dominato dal cosmo come un punto impercettibile, l’uomo col pensiero lo domina. E chi è l’uomo? Chi siamo noi, capaci di tanto? Faremo bene a meditare sul progresso.
Un’altra data scolpita nella storia non solo della Chiesa è l’11 ottobre del 1962, quando si è aperto il Concilio Ecumenico Vaticano II. In quella occasione Papa Giovanni XXIII ha detto rivolgendosi ai fedeli partecipanti alla fiaccolata:
Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo.
La Luna, come il firmamento, è una bellezza destinata a mutare. Papa Francesco, all’
Una frase di Gesù che lascia sbigottiti: «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo» (Mc 13,24-25). Ma come, anche il Signore si mette a fare catastrofismo? No, certamente non è questa la sua intenzione. Egli vuole farci capire che tutto in questo mondo, prima o poi, passa. Anche il sole, la luna e le stelle che formano il “firmamento” – parola che indica “fermezza”, “stabilità” – sono destinati a passare.