Nel Paese latinoamericano i morti sono saliti a 12 dopo le contestate elezioni presidenziali che hanno visto la rielezione di Nicolas Maduro. Le opposizioni denunciano frodi nell’iter elettorale e chiedono un conteggio trasparente delle schede
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Si aggrava il bilancio delle vittime nel contesto delle proteste post elettorali in Venezuela: 12 le persone rimaste uccise, decine di feriti, circa 750 gli arresti a seguito dei disordini seguiti alla rielezione di Nicolas Maduro per un terzo mandato. L’opposizione, con i sostenitori del candidato, Edmundo Gonzalez Urrutia e la leader della fazione avversaria a Maduro, Maria Corina Machado, denuncia “frodi massicce” e chiede conteggio e pubblicazione trasparenti dei voti, sollecitati con crescente insistenza anche dalla comunità internazionale. Il candidato Urrutia, si è rivolto direttamente alle forze armate dichiarando che “non c’è motivo di reprimere il popolo venezuelano”. Ieri, i vescovi del Paese, invitando ad assumere atteggiamenti pacifici, di rispetto e tolleranza, avevano chiesto “un processo di verifica dei verbali di scrutinio, al quale partecipino attivamente e pienamente tutti gli attori politici implicati”.
Le accuse contro gli oppositori
Dura la reazione alle contestazioni da parte dell’Assemblea nazionale venezuelana, che per bocca del suo presidente Jorge Rodriguez, capo anche della campagna elettorale di Maduro, ha caldeggiato l’arresto degli esponenti dell’opposizione accusandoli di essere responsabili dei disordini post-elettorali. “Scenderemo in piazza per combattere i terroristi e celebrare la pace e i risultati delle elezioni”, ha aggiunto Rodriguez.
La posizione della comunità internazionale
In un colloquio telefonico, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il suo omologo americano, Joe Biden hanno concordato sull’importanza di pubblicare i risultati completi e dettagliati del voto. I due leader giudicano queste elezioni “un momento essenziale per la democrazia nell’emisfero”. Massima trasparenza è stata sollecitata ieri anche dall’Unione europea, con l’Alto rappresentante Josep Borrell che ha chiesto di rispettare “la volontà del popolo venezuelano” sottolineando che il riconoscimento del voto deve essere legato alla pubblicazione di dati completi. Una trasparenza sul voto venezuelano chiesta anche dalla Spagna che ha dichiarato oggi di seguire da vicino la situazione nel Paese latinoamericano.