A Santa Marta o sui social, preghiere e manifestazioni di affetto e riconoscenza per Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, nel giorno della memoria liturgica del martire di cui porta il nome. Messaggio del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella: i suoi opportuni e pressanti appelli, semi fecondi di giustizia e di pace per credenti e non credenti
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Gli auguri di tutto il mondo si moltiplicano in queste ore per il Pontefice argentino, nato Jorge Mario Bergoglio, nel giorno della memoria del santo di cui prende il nome: Giorgio, il martire cristiano nato in Cappadocia e morto, secondo alcune fonti, nel 303 d.C. nell’antica Lidda, in Israele, per non aver rinnegato la fede durante le persecuzioni anticristiane scatenate dall’imperatore romano Diocleziano. Come stabilito da Francesco stesso nell’aprile 2016 all’articolo 50 del Regolamento generale della Curia romana, in Vaticano è oggi giorno festivo. In tanti stanno facendo pervenire i propri auguri a Santa Marta e anche all’esterno, specie nel mondo virtuale, sui social network, diverse persone stanno esprimendo sentimenti di affetto e riconoscenza o assicurando preghiere al Papa: “Che Dio la protegga!”.
Il messaggio di Mattarella
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è unito al coro di auguri inviando a Papa Francesco un messaggio in cui riporta “i più fervidi e sinceri auguri del popolo italiano e miei personali, unitamente ad affettuosi auspici di salute e benessere per la sua persona”. “Come ella ha recentemente dichiarato, ‘nessuno deve minacciare l’esistenza altrui’”, scrive il capo di Stato, riprendendo le parole del Papa in uno dei recenti Angelus in riferimento alla guerra in Medio Oriente. “Perfino tale regola fondamentale, questo ‘livello minimo’ di convivenza umana, è posta in discussione nel drammatico contesto di una congiuntura internazionale e, in particolare, mediorientale segnata da violenze, contrasti, pulsioni di rivalsa”, sottolinea Mattarella.
“Suonano pertanto opportuni e pressanti – rileva ancora nel suo messaggio – i suoi appelli alla salvaguardia degli imprescindibili vincoli di fratellanza, appelli che non cessano di interrogare le coscienze di milioni di donne e uomini di ogni continente e che costituiscono per credenti e non credenti semi fecondi di giustizia e di pace”. Nella ricorrenza della festa di san Giorgio, il presidente italiano rinnova quindi al Papa “le espressioni della vicinanza del popolo italiano e della mia massima considerazione per la sua alta missione apostolica”.
Le celebrazioni degli anni passati
Negli anni passati Papa Francesco ha voluto celebrare questo giorno con iniziative sempre diverse: dalla Messa in Cappella Paolina con i cardinali nel 2013, primo anno del suo pontificato, alla distribuzione di gelati nel 2018 tramite l’Elemosineria Apostolica nelle mense di Roma e del circondario dove mangiano i più bisognosi, fino all’invio, nel 2020 anno della pandemia di Covid-19, di alcuni respiratori in alcuni ospedali di Spagna, Romania e Italia particolarmente colpiti dalla diffusione del virus, sempre tramite il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski.
Il dramma del Covid aveva caratterizzato la festa di San Giorgio del 2021, quandi il Papa aveva deciso di celebrare il suo onomastico recandosi a sorpresa per salutare circa 600 poveri e senzatetto accolti e assistiti da alcune associazioni romane e dalle Missionarie della Carità in attesa di ricevere la dose di vaccino in Aula Paolo VI, divenuta dal gennaio di quell’anno un piccolo ambulatorio. Dopo i saluti a tutti i presenti, il Papa si era recato al grande banco sul quale erano sistemate confezioni di biscotti, merendine e succhi di frutta e aveva condiviso un enorme uovo di cioccolata distribuito, nel rispetto delle allora norme sanitarie, a tutti dai volontari.