Il cardinale presidente della CEI a Bologna al convegno “In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale” organizzato da diverse realtà impegnate nel sociale: “L’Europa nasce dalla tragedia della guerra e se non riesce ad avere gli strumenti della pace tradisce sé stessa e fa mancare qualcosa”
Vatican News
“’Il tema della pace non è facoltativo. Pensavamo che fosse garantita, abbiamo scoperto che non è così. Il passaggio a questa consapevolezza deve tradursi in scelte in un dialogo serio che deve prevedere risposte in un mondo che non può non preoccuparci”. È quanto ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale italiana (CEI), durante il convegno In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale che si è svolto oggi, 22 aprile, nella Sala Farnese di Palazzo D’Accursio a Bologna, ricordando anche che “l’Europa nasce dalla tragedia della guerra e se non riesce ad avere gli strumenti della pace tradisce sé stessa e fa mancare qualcosa. Mi auguro che sappia scegliere la cultura della pace per far tesoro della propria storia e portare visione di pace indispensabile”.
Confronto e discussione
L’incontro, promosso da diverse realtà impegnate nel sociale (Forum disuguaglianze e diversità, Caritas Italiana, Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro della CEI) e trasmesso in streaming, è stato un momento pubblico di confronto e discussione per focalizzare i principali nodi sociali, culturali, economici e politici determinati, da un lato, dalla crescita esponenziale delle disuguaglianze nelle loro molteplici forme e, dall’altro, dalla sempre più preoccupante accelerazione della crisi climatica.
Oggi mancanza di dialogo
Nel suo intervento, il cardinale Zuppi – in dialogo con Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, moderati da Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – ha sottolineato che “mettere insieme giustizia sociale e ambientale è decisivo”. “Oggi – ha osservato – facciamo un po’ fatica per la mancanza di dialogo, della capacità di completarsi, di pensare insieme. Negli anni sono cresciute l’ingiustizia e le disuguaglianze e questo dovrebbe metterci in allarme”.
Abbiamo accettato che l’ascensore sociale era rotto
Secondo il presidente della CEI, negli anni non è stata fatta “nessuna manutenzione” e “abbiamo accettato che l’ascensore sociale era rotto”. Dobbiamo, invece, “renderci conto delle disuguaglianze e delle cause di queste che dipendono dal fatto che abbiamo accettato che alcuni meccanismi non venissero corretti. Dovrebbe diventare sistemica ma paradossalmente il sistema accetta di non funzionare”. Per il cardinale è fondamentale è fondamentale “recuperare il termine universale che dipende anche dall’Europa e anche essa necessita di manutenzione”.