Il bilancio delle vittime nella regione di Aleppo aumenta a oltre quaranta. L’Onu intanto mette in guardia lo Stato ebraico sulla carestia nella Striscia di Gaza: la fame usata come arma è un crimine di guerra. L’Alta Corte emana un’ordinanza provvisoria che impedisce al governo di finanziare gli stipendi mensili di un gruppo di ebrei ortodossi delle scuole religiose dopo il 1 aprile
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Sarebbe salito a 42 morti il bilancio dei presunti raid israeliani di questa mattina nella regione di Aleppo, nel nord della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, citato da Al Jazeera. “Quarantadue morti, di cui sei appartenenti al gruppo libanese Hezbollah e 36 soldati siriani”. L’Onu intanto mette in guardia lo Stato ebraico sulla carestia nella Striscia di Gaza: la fame usata come arma è un crimine di guerra.
Gli attacchi sulla Siria si intensificano
Nessuna dichiarazione in merito alla Siria è arrivata dai funzionari israeliani. Tel Aviv ha promesso di frenare il radicamento di esponenti iraniani in Siria e negli ultimi anni ha condotto centinaia di raid nel Paese guidato da Bashar al Assad. Gli attacchi si sono intensificati negli ultimi cinque mesi sullo sfondo della guerra a Gaza e degli scontri in corso tra Hezbollah e le forze israeliane al confine tra Libano e Israele.
Gaza, ucciso uno dei vertici di Hamas
Le truppe israeliane dislocate intorno all’ospedale al-Shifa a Gaza hanno ucciso Raad Thabet, tra i dieci comandanti ai vertici di Hamas. Ad annunciarlo è stato il portavoce Daniel Hagari, precisando che Thabet è stato ucciso durante un tentativo di fuga in direzione dell’area dell’ospedale, nel quadro di un presunto attacco contro le forze impegnate israeliane. In un’altra zona dell’ospedale, i militari hanno avuto uno scontro a fuoco con alcuni uomini armati ed hanno ucciso tre miliziani. L’operazione in corso all’ospedale ha portato all’arresto di 900 sospetti terroristi, per 513 dei quali è già stata confermata l’appartenenza a gruppi terroristici.
Netanyahu, l’Alta Corte e la leva degli ebrei ortodossi
La Corte Suprema – con un forte passo – ha emesso un’ordinanza provvisoria che impedisce al governo di finanziare gli stipendi mensili di un gruppo di ebrei ortodossi delle scuole religiose dopo il 1 aprile. La mossa, secondo i media, è stata giustificata con il fatto che il quadro giuridico relativo non esiste più in quanto il governo di Netanyahu non è riuscito a mettersi d’accordo su una legge di riforma complessiva dell’esenzione dalla leva degli ebrei ortodossi. La decisione crea forti tensioni nel governo del premier dove ci sono due partiti religiosi che hanno attaccato con durezza la mossa della Corte Suprema. Netanyahu aveva chiesto all’Alta Corte una estensione di trenta giorni della scadenza per presentare un piano sulla leva militare per gli ultraortodossi. L’accordo a cui si lavora, ha spiegato, “stabilirà le linee e la cornice che permetteranno a quanti saranno arruolati di mantenere il loro stile di vita” e assicurerà che coloro per i quali la Torah è il loro mestiere di continuare a studiare la Torah”.
Usa, imminente il porto temporaneo per gli sbarchi di aiuti a Gaza
Intanto, potrebbe essere pronto ed operativo già ad aprile il porto temporaneo la cui costruzione è stata annunciata dagli Stati Uniti e che verrà installato lungo la costa della Striscia di Gaza allo scopo di fornire ulteriori aiuti ai civili. Ad annunciarlo è il presidente cipriota Nikos Christodoulides, citando una delegazione statunitense. Era stato il presidente americano Biden ad annunciare l’8 marzo l’allestimento del bacino galleggiante al largo di Gaza. Il porto sarà costituito principalmente da un molo temporaneo che consentirà ogni giorno a centinaia di camion carichi di aiuti di raggiungere la Striscia, dove non esiste un porto sufficientemente profondo per navi mercantili grandi.
La situazione umanitaria nella Striscia è gravissima
Proprio la questione umanitaria a Gaza continua a peggiorare con la carestia che incombe e i bambini che muoiono di fame. La Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di garantire un’assistenza umanitaria urgente nell’enclave palestinese. Ieri sera almeno 12 morti in un raid aereo vicino Khan Yunis, secondo i media locali. Altre otto vittime nel campo profughi di Maghadi. La Fondazione Cesvi si unisce agli appelli per il cessate il fuoco mentre ha appena portato 18 tonnellate di cibo salvavita per salvare i piccoli gravemente malnutriti. A quasi sei mesi dallo scoppio del conflitto del 7 ottobre scorso, sono almeno 27 i bambini palestinesi morti per fame e disidratazione. Sono 180 mila le bustine di cibo terapeutico consegnate da Cesvi a diversi ospedali e cliniche mediche di Gaza.