Messaggio di Francesco a ragazzi e ragazze di tutto il mondo, in occasione dei cinque anni della pubblicazione della esortazione post sinodale “Christus vivit”: Cristo vive e ti ama infinitamente, non contano cadute ed errori. Testimoniatelo ai vostri coetanei. Dal Pontefice anche l’invito a dare un contributo di “creatività” per il Sinodo sulla sinodalità in corso, così da “esplorare vie nuove”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Il contesto internazionale è tragico e, tra guerre, attentati e sofferenze di vario tipo lascia intravedere poche prospettive per il futuro. Tuttavia il Papa esorta i giovani, che di questo futuro sono i costruttori, a non perdere il coraggio e tantomeno la speranza. Speranza che sta tutta in un annuncio: “Cristo vive!”, Christus vivit. Proprio il titolo dell’esortazione post sinodale che, pubblicata dal Papa dopo il Sinodo dedicato alle nuove generazioni nel 2018, oggi compie cinque anni.
Una occasione per Francesco per tornare a parlare a ragazzi e ragazze, invitandoli a non lasciarsi sopraffare da paure e scoraggiamenti, ma, anzi, ad essere motore per il mondo
Non fateci mai mancare il vostro chiasso buono, la vostra spinta come quella di un motore pulito e agile, il vostro modo originale di vivere e annunciare la gioia di Gesù Risorto!
Condividere con Cristo gioie e angosce
Per il suo messaggio il Papa riparte dal kerygma, l’annuncio della salvezza che sta a fondamento della speranza per l’intera umanità: “Cristo vive! Lo dico a ciascuno di voi in particolare: Cristo vive e ti ama, infinitamente. E il suo amore per te non è condizionato dalle tue cadute o dai tuoi errori. Lui, che ha dato la sua vita per te, non aspetta, per amarti, la tua perfezione”.
Guarda le sue braccia aperte sulla croce e lasciati salvare sempre nuovamente, cammina con Lui come con un amico, accoglilo nella tua vita e lasciagli condividere le gioie e le speranze, le sofferenze e le angosce della tua giovinezza. Vedrai che il tuo cammino si illuminerà e che anche i pesi più grandi diventeranno meno gravosi, perché ci sarà Lui a portarli con te.
“Hagan lio!”
Desiderio del Papa è che questo annuncio ognuno “lo percepisse vivo e vero nella propria vita” e sentisse l’impulso a condividerlo con i propri amici: “Sì, perché voi avete questa grande missione: testimoniare a tutti la gioia che nasce dall’amicizia con Cristo”, sottolinea il Pontefice. Con la mente torna al primo contatto di lui, appena eletto Papa, con i giovani di ogni parte del globo: la Gmg di Rio de Janeiro del luglio 2013, neppure quattro mesi dopo il Conclave. Tra le strade e le spiagge della metropoli brasiliana, Francesco aveva lanciato il suo appello: “Fatevi sentire! “Hagan lio!”. E oggi torna a chiederlo:
Fatevi sentire, gridate, non tanto con la voce ma con la vita e con il cuore, questa verità: Cristo vive! Perché tutta la Chiesa sia spinta a rialzarsi, a mettersi sempre di nuovo in cammino e a portare il suo annuncio a tutto il mondo
La vittoria sulla morte
Sulla scia dei ricordi, Papa Francesco rammenta nel suo documento che il prossimo 14 aprile si celebreranno i 40 anni dal primo grande raduno dei giovani del 1984, nel contesto dell’Anno Santo della Redenzione. Fu il “germoglio” delle future Giornate Mondiali della Gioventù e, alla fine di quell’anno giubilare, Giovanni Paolo II consegnò la Croce ai giovani con “la missione di portarla in tutto il mondo come segno e ricordo che solo in Gesù morto e risorto c’è salvezza e redenzione”.
Una semplice Croce di legno senza il Crocifisso, “così voluta per ricordarci che essa celebra soprattutto il trionfo della Risurrezione, la vittoria della vita sulla morte”, sottolinea Jorge Mario Bergoglio. “Voi Gesù – scrive ai giovani – contemplatelo così: vivo e traboccante di gioia, vincitore della morte, amico che vi ama e vuole vivere in voi”.
Solo così, nella luce della sua presenza, la memoria del passato sarà feconda e avrete il coraggio di vivere il presente e affrontare il futuro con speranza. Potrete assumere con libertà la storia delle vostre famiglie, dei vostri nonni, dei vostri genitori, le tradizioni religiose dei vostri Paesi, per essere a vostra volta costruttori del domani, “artigiani” del futuro.
La Christus vivit e il lavoro dei giovani
Da qui, una riflessione sulla esortazione Christus vivit, “frutto di una Chiesa che vuole camminare insieme e che perciò si mette in ascolto, in dialogo e in costante discernimento della volontà del Signore”. Per questo, più di cinque anni fa, in vista del Sinodo sui giovani, a tanti ragazzi e ragazze di varie parti del mondo era stato chiesto di condividere le proprie attese e desideri. E centinaia di giovani erano venuti a Roma e hanno lavorato insieme per alcuni giorni, raccogliendo idee da proporre: “Grazie al loro lavoro i vescovi hanno potuto conoscere e approfondire una visione più ampia e profonda del mondo e della Chiesa”, scrive il Papa.
Nuove vie per il Sinodo sulla sinodalità
È stato un vero “esperimento sinodale”, che ha portato “molti frutti” e che, sottolinea il Pontefice, “ha preparato la strada anche per un nuovo Sinodo”, quello che si sta vivendo adesso sul tema della sinodalità. Se nel 2018, infatti, la partecipazione dei giovani ha contribuito a “risvegliare la sinodalità”, ora, in questa nuova tappa del percorso che Francesco ha voluto avviare dal “basso”, cioè dalle diocesi di tutto il mondo, c’è bisogno “più che mai” della “creatività” dei giovani “per esplorare vie nuove, sempre nella fedeltà alle nostre radici”.
Cari giovani, voi siete speranza viva di una Chiesa in cammino! Per questo vi ringrazio della vostra presenza e del vostro apporto alla vita del Corpo di Cristo