Massimiliano Menichetti
Oggi sono due anni dall’inizio della guerra in Ucraina. Quanta sofferenza, quanto dolore abbiamo visto. Ho conosciuto la forza, la fede di un popolo che, nonostante le violenze, cerca di custodire il cuore dall’odio. Un popolo che è dovuto fuggire, vede morire la propria gente, si rifugia nei cunicoli, un popolo costretto ad imbracciare armi ed usare bombe cercando di difendersi.
Tante le storie eroiche che hanno attraversato i confini come quella di Oleksandr, il ciclista che a Kharkiv con un gruppo di amici distribuiva aiuti a malati, disabili e poveri; come quella delle suore redentoriste, spaventate, ma salde nella fede mentre si muovono tra le macerie del loro Paese aiutando, soccorrendo, consolando, chiunque abbia bisogno. Occhi, braccia volti, al servizio per il bene. Abbiamo visto orrori e ferite profondissime nella carne e nel cuore, non dimentico gli sguardi dei bambini senza più sorriso.
Ho ascoltato padri, madri, figli… ho incontrato nei racconti un popolo fiero, innamorato della propria terra, delle tradizioni ed origini che continua ad alzare lo sguardo al cielo e con la speranza negli occhi bagnati dalle lacrime chiedere, insieme a tutti gli uomini giusti: quando finirà tutto questo? L’Ucraina non è sola in questa ora buia, è nell’abbraccio della preghiera della Chiesa che sostiene e costruisce la pace che cambia il cuore dell’uomo, nella certezza che la luce vince sempre sulle tenebre.