La Striscia di Gaza sarà amministrata da funzionari palestinesi purché lontani da Hamas. Per la prima volta il premier israeliano parla del periodo post conflitto, ma resta il nodo dei negoziati per la liberazione degli ostaggi. Nuovi raid israeliani nella notte e scontri in Cisgiordania
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Saranno funzionari locali non collusi con Hamas ad amministrare i servizi nella Striscia di Gaza al termine della guerra. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato al Gabinetto di sicurezza un documento – ampiamente rilanciato dalla stampa israeliana – che fissa i punti già espressi in diverse occasioni dal governo di Israele. La novità, tuttavia, è rappresentata dall’ufficializzazione del piano presentato dal premier all’esecutivo. Nel documento non si fa però menzione dell’autorità palestinese e neppure dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Nel frattempo la guerra contro Hamas continuerà fino al raggiungimento degli obiettivi, a cominciare dalla distruzione della capacità militari e delle strutture di governo di Hamas e Jihad Islamica, dal ritorno degli ostaggi rapiti il 7 ottobre e dall’eliminazione di ogni minaccia per la sicurezza. In una fase intermedia il controllo su Gaza sarà affidato agli apparti di sicurezza israeliani.
I negoziati sugli ostaggi e una tregua
Israele ha deciso di inviare una propria delegazione ai colloqui sugli ostaggi che da oggi si svolgono a Parigi, guidati dal direttore della CIA, William Burns. La decisione è stata formalizzata dal Gabinetto di guerra la scorsa notte. A Parigi ci saranno anche rappresentanti del Qatar e dell’Egitto, il cui ruolo ha permesso di fare dei progressi nei negoziati. La casa Bianca aveva già espresso il proprio ottimismo sul buon esito dei colloqui per arrivare ad un accordo tanto da aver nuovamente opposto il proprio veto a una nuova risoluzione ONU su un cessate-il-fuoco, ritenendo che un azione di questo tipo avrebbe potuto incidere negativamente sui negoziati stessi.
Oltre 29 mila morti
Sul terreno le operazioni militari israeliane sono prseguite con intensità soprattutto nel centro e nel sud della Striscia, in particolare sulla città di Rafah, ed hanno provocato una nuova impennata nelle vittime del conflitto che si stima siano state oltre una settantina nelle ultime 24 ore. La guerra di Israele ad Hamas, tuttavia, travalica i confini della Striscia e sono sempre più frequenti gli scontri nei territori occupati della Cisgiordania. Ieri un ragazzo di vent’anni e’ stato ucciso e altre 12 persone sono state ferite in un attacco terroristico vicino alla colonia di Ma’ale Adumim, in Cisgiordania. La risposta israeliana è arrivata nella notte con un’azione mirata su Jenin e l’annuncio del governo israeliano di voler rafforzare la presenza dei coloni con la costruzione di oltre 3300 nuovi alloggi in Cisgiordania.