Attacco contro una chiesa pentecostale in RD Congo, 8 morti

Vatican News

Almeno otto persone sono state uccise, di cui cinque mentre pregavano, in un attacco condotto martedì 30 gennaio 2024 a Baeti, nell’est del Paese, dai ribelli dell’ADF affiliati all’Isis. Altre 30 persone sono state prese in ostaggio dagli assalitori che hanno anche fatto irruzione in diversi villaggi circostanti, riferiscono agenzie e fonti locali

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Diversi villaggi di Beni e dintorni sono stati attaccati martedì 30 gennaio da uomini armati, che hanno giustiziato civili all’arma bianca, alcuni dei quali erano in preghiera in una chiesa brahmanista, una comunità pentecostale presente in nella Repubblica Democratica del Congo. «Otto8 corpi di civili uccisi dai ribelli ADF sono stati portati all’obitorio» dell’ospedale di Oicha, tra cui «cinque cristiani brahmanisti uccisi mentre pregavano» a Baeti, ha dichiarato all’AFP Nicolas Kikuku, sindaco del comune di Oicha, città del territorio di Beni, nella tormentata provincia del Nord Kivu, al confine con l’Ituri. «I nemici li hanno giustiziati», ha insistito il sindaco, aggiungendo che diverse altre persone risultano disperse. Darius Syahira, relatore della società civile locale, ha confermato l’attacco confermando che dei corpi sono stato portati all’obitorio.

30 persone in ostaggio

Altre fonti locali hanno riferito che 30 persone sono state prese in ostaggio dagli assalitori, che sono soliti fare incursioni nelle zone del Congo orientale, bruciando case, uccidendo abitanti e rubando molti beni. Sabato 27 gennaio, altre fonti ancora hanno riferito di 32 persone uccise, tra cui cinque parrocchiani decapitati in una chiesa, durante gli attacchi nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, attribuiti sempre alle Forze Democratiche Alleate (ADF), affiliate all’Isis.

Un’instabilità che dura da oltre 30 anni

Le province del Nord Kivu e dell’Ituri sono sotto assedio dal 2021, e un provvedimento ha sostituito le autorità civili con un’amministrazione militare per combattere i gruppi armati. Formate originariamente dai ribelli musulmani ugandesi, le ADF sono presenti dalla metà degli anni ’90 nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dove hanno ucciso diverse migliaia di civili. Nel 2019, i ribelli hanno giurato fedeltà all’Isis, che li presenta come la sua «provincia dell’Africa centrale». Alla fine del 2021, dopo gli attentati a loro attribuiti sul suolo ugandese, Kampala e Kinshasa hanno lanciato contro le ADF un’operazione militare congiunta, battezzata “Shujaa”, ma i ribelli continuano le loro atrocità. Nel dicembre 2023 sono stati accusati di aver lanciato due attacchi nell’Uganda occidentale, in cui sono state uccise 13 persone. La Repubblica Democratica del Congo, che sta uscendo da un periodo elettorale teso, ha vissuto alcune settimane di calma nelle sue province orientali, cronicamente instabili da oltre tre decenni. Ma gli attacchi sono ripresi da circa una settimana nel territorio di Beni, dove cinque civili sono stati uccisi il 23 gennaio, in un attacco rivendicato dall’ADF.