Iniziate dalla Capitale, le tappe della statuina che, partita dal Santuario di Arenzano (Liguria), toccherà alcune località tra Lazio e Campania, e raggiungerà il Santuario della Beata Vergine del Rosario a Pompei. Padre Davide Sollami: “È bello vedere la gioia dei fedeli quando il Bambinello arriva nelle loro chiese”
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Una folla di fedeli in festa, giunti da ogni parte di Roma per poter venerare la statuina del Gesù Bambino di Praga Pellegrino, arrivata dal Santuario di Arenzano, meta ogni anno di migliaia di pellegrini. Così è stata accolta, il 9 gennaio, nella Basilica di Sant’Antonio in Laterano, la miracolosa effige che ha iniziato il suo pellegrinaggio, fino a domenica prossima, in varie località del Lazio e della Campania, tra cui anche Pompei, che la ospiterà al Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario.
Un centro di preghiera dedicato a Gesù Bambino
“Le Peregrinatio del Gesù Bambino di Praga sono tante e tutte ispirate allo spirito evangelico – spiega il carmelitano padre Davide Sollami, che accompagna la statuina in questi viaggi – vengono fatte soprattutto per portare Gesù Bambino a tutte quelle persone che per tanti motivi non riescono né a venire nel nostro santuario in Liguria e neppure ad andare a Praga. Noi portiamo anche l’olio benedetto, soprattutto alle persone malate che non riescono più ad uscire dalle loro case. Le nostre statuine sono accompagnate sempre da qualcuno di noi carmelitani scalzi e vengono portate o nelle parrocchie oppure, a volte, nelle famiglie, dove sono custodite per qualche giorno”. Il Santuario di Arenzano è molto importante perché è da sempre il maggiore centro di diffusione nel mondo del culto del Gesù Bambino di Praga e migliaia sono le statuine partite da questo luogo e portate in ogni parte del pianeta, per far conoscere a tutti la devozione a questo miracoloso Bambinello.
La grande fede popolare verso il Bambino di Praga
“La nostra chiesa – racconta il carmelitano – ha supplito per lunghi periodi al Santuario di Praga, rimasto chiuso a causa delle molteplici vicende politiche del Paese. E, come nel santuario cecoslovacco, anche da noi c’è la tradizione che, a grazia ricevuta, i fedeli donino un vestitino al Sacro Bambino, e infatti ne conserviamo moltissimi, tutti di differente fattura, alcuni molto preziosi, altri più semplici, dove però si intravede sempre tutto l’amore e la gratitudine di chi lo ha donato”. Da Arenzano è stata anche tradotta in 92 lingue differenti la preghiera che Santa Teresa di Liseux fece per il Gesù Bambino a cui era particolarmente devota. “Nel nostro santuario – continua padre Davide – siamo testimoni di come tantissime persone non solo di diverse nazionalità, ma a volte anche di religioni differenti, si rechino a pregare Gesù Bambino. Ci capita anche di ascoltare persone che ci dicono di essere non credenti, eppure sono li per ringraziare la prodigiosa statuina per qualche pericolo scampato. Queste sono tutte testimonianze che raccogliamo ogni giorno e di cui facciamo tesoro”.
Il filo rosso che lega Arenzano e Praga
Il Santuario di Praga è profondamente legato a quello di Arenzano perché i frati carmelitani scalzi di Genova erano i custodi sin dal principio della basilica cecoslovacca. “Quando è stato riaperto – ricorda il religioso – il governo ci ha richiamati per riavviare il culto del Gesù Bambino. Abbiamo dovuto restaurare la basilica perché negli anni in cui era stata chiusa si era completamente rovinata e poi finalmente il santuario è tornato ad essere un centro di fede internazionale, e ancora oggi ci sono i nostri confratelli che accolgono i pellegrini che arrivano da tutto il mondo”.