All’udienza generale Francesco getta una luce particolare su un tipo di “voracità”, quella scatenata verso i beni del pianeta, un male che “sta compromettendo il futuro di tutti”. La riflessione sul rapporto non sano con l’alimentazione – bulimia, anoressia e obesità – “malattie legate spesso alla psiche e all’anima”
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Nella catechesi all’udienza generale di oggi in Aula Paolo VI, Papa Francesco si sofferma sul vizio della gola, quello personale e quello sociale – cioè la voracità che noi abbiamo verso i beni della terra che, afferma, “sta uccidendo il pianeta compromettendo il futuro di tutti” – ma prima sgombra il campo dall’idea di un Messia ostile a ciò che dà felicità all’uomo. Anzi, iI primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana “rivela la sua simpatia nei confronti delle gioie umane”. Il Papa ne sottolinea la differenza rispetto all’ascetico Giovanni il Battista. Mentre quest’ultimo si nutriva con quello che trovava nel deserto, i Vangeli ci presentano spesso Gesù seduto a tavola.
Il suo comportamento suscita scandalo ad alcuni, perché non solo Egli è benevolo verso i peccatori, ma addirittura mangia con loro; e questo gesto dimostrava la sua volontà di comunione e vicinanza con tutti.
Ormai ogni cosa è relativa a Gesù
Francesco prosegue osservando il comportamento comprensivo di Gesù – che pur riconosceva la Legge – nei confronti dei suoi discepoli che affamati raccolgono le spighe in un campo di sabato; inoltre con una parabola afferma che “gli invitati a nozze non possono digiunare quando lo sposo è con loro”. Il messaggio di Gesù, spiega il Papa, è che ormai tutto è relativo alla sua persona.
Quando Lui è in mezzo a noi, non possiamo essere in lutto; ma nell’ora della sua passione, allora sì, digiuniamo. Gesù vuole che siamo nella gioia in sua compagnia – Lui è come lo sposo della Chiesa -; ma vuole anche che partecipiamo alle sue sofferenze, che sono anche le sofferenze dei piccoli e dei poveri.
Importante non è il cibo, ma la relazione con esso
Un’altra novità portata da Gesù che il Papa evidenzia è la caduta della distinzione allora diffusa “tra cibi puri e cibi impuri”. Dice infatti che è ciò che esce dall’uomo a contaminarlo. L’attenzione non va posta, dunque, sul cibo ma sulla relazione con esso. E Francesco pensa al rapporto distorto con il cibo vissuto “specialmente nelle società del cosiddetto benessere, dove si manifestano tanti squilibri e patologie” come anoressia, bulimia, e obesità, dove “si mangia troppo, oppure troppo poco”. E afferma:
L’alimentazione è la manifestazione di qualcosa di interiore: la predisposizione all’equilibrio o la smodatezza; la capacità di ringraziare oppure l’arrogante pretesa di autonomia; l’empatia di chi sa condividere il cibo con il bisognoso, oppure l’egoismo di chi accumula tutto per sé. Questa domanda è tanto importante: dimmi come mangi, e ti dirò che anima possiedi. Nel modo di mangiare si rivela il nostro interiore, le nostre abitudini, i nostri atteggiamenti psichici.
La voracità pericolosa nei riguardi del pianeta
E’ da questa osservazione sulle malattie legate al cibo che Papa Francesco passa a parlare del vizio della gola dal punto di vista sociale definendolo “forse il vizio più pericoloso”, perchè “la voracità con cui ci siamo scatenati, da qualche secolo a questa parte, verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti”. Con amarezza osserva la nostra volontà di diventare padroni di ciò che avevamo invece il compito di custodire. Da uomini, afferma, senza nemmeno accorgerci siamo diventati “consumatori”. E conclude:
Siamo fatti per essere uomini e donne “eucaristici”, capaci di ringraziamento, discreti nell’uso della terra, e invece il pericolo è di trasformarsi in predatori, e adesso ci stiamo rendendo conto che questa forma di “gola” ha fatto molto male a noi e all’ambiente in cui viviamo. Chiediamo al Signore che ci aiuti nella strada della sobrietà che tutte le forme di gola non si impadroniscano della nostra vita.